I vari contributi sono tutti stati pensati come esempi dell'utilita' dei papiri documentari nell'interpretazione del Nuovo Testamento e degli altri scritti cristiani antichi. Nella giornata di oggi, l'intervento senz'altro piu' stimolante e' stato quello di Mauro Pesce e Adriana Destro, due noti professori dell'Universita' di Bologna. Pesce e Destro hanno analizzato il tema della schiavitu' nel Vangelo di Giovanni. Questa e' stata una scelta assai felice, perche' apparentemente Giovanni non si occupa mai della questione, ma una lettura del Vangelo fatta considerando le informazioni dei papiri ha permesso di vedere molto chiaramente che Giovanni presuppone tutta una serie di immagini e riferimenti che si richiamano proprio agli schiavi e alle loro condizioni di vita.
Ovviamente il capitolo fondamentale e' il 13 in cui Giovanni presenta Gesu' che svolge uno degli incarichi normalmente attribuiti agli schiavi nelle case greco-romane: lavare i piedi agli ospiti. Secondo Pesce e Destro, il capitolo 13 rappresenterebbe un rito di iniziazione che permette l'entrata nella comunita' giovannea a coloro che da liberi si fanno servi degli altri membri del gruppo. I due studiosi italiani sono stati pero' molto attenti a non dedurre affrettatamente da questo particolare che il Vangelo intenda abolire la schiavitu'. Al contrario, nei capitoli seguenti si vede bene che Giovanni continua tranquillamente ad usare le immagini relative al rapporto padrone/schiavo per descrivere perfino la relazione fra Gesu' e i discepoli. Pesce ha sottolineato l'importanza di Gv 15:5 ("perche' senza di me non potete far nulla") come un passo che deve essere letto dal punto di vista di un padrone i cui schiavi sono totalmente dipendenti da lui. In questa prospettiva Gesu' viene presentato come una figura decisamente autoritaria in rapporto ai suoi discepoli e questi ultimi non possono fare altro che avere un ruolo del tutto passivo nel rapporto con il loro maestro.
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