Ho trascurato un po' le letture bibliche di "Uomini e profeti" e sto ascoltando i podcast, vecchi di alcune settimane, dedicati al Levitico. Nella puntata del 14 novembre, Daniele Garrone, professore di Bibbia ebraica alla Facolta' teologica valdese, oltre a molte altre osservazioni interessanti, dedica alcune parole alla famosa proibizione di cibarsi del sangue, notando in particolare la connessione simbolica fra sangue e vita, per cui la proibizione va intesa a tutti gli effetti come una comando al rispetto della vita non solo umana. Un tema che si riallaccia al fatto che i due progenitori dell'umanita', Adamo ed Eva, sono descritti come vegetariani nel periodo precedente la "caduta".
Mi sembra che si tratti di uno spunto di grande interesse, anche se Garrone stesso finisce ben presto per banalizzarlo (con il riferimento all'assenza, nel mondo ebraico, della caccia sportiva!), in questo ben spalleggiato dalla conduttrice, Gabriella Caramore, che lancia un pensiero carico di nostalgia anti-moderna ai milioni di animali che vengono allevati solo per essere macellati. Si tratta della stessa manovra di "addomesticamento" che ci viene servita quando gli inviti alla poverta' presenti nei testi neotestamentari ci vengono interpretati come inviti a rinunciare al "superfluo" (solo quello di cui ci sentiamo di fare a meno per stare tranquilli con la coscienza).
In realta' una tradizione interpretativa sviluppa questo tema in un modo assai piu' radicale: nel romanzo pseudo-clementino, ma anche in altri testi testi dei primissimi secoli cristiani, il consumo della carne e del sangue sono legati alla perversione generata dall'unione fra angeli ed esseri umani e dalla conseguente nascita dei cosiddetti "giganti". Data la loro origine "innaturale" questi ultimi hanno il desiderio "innaturale" di cibarsi di carne e, quindi, creano una contaminazione alla quale Dio puo' mettere riparo solo con la tragedia del diluvio e con la distruzione della vita su tutta la terra. Attraverso questo mito, che ha origine negli scritti enochici, il comando di astenersi dal sangue, dato a Noe', viene ad essere inteso come un indicazione perenne del fatto che l'umanita' condivide un principio vitale fondamentale con tutti gli altri esseri viventi: gli esseri umani, anche con le loro azioni apparentemente piu' basilari come il nutrirsi, creano di fatto uno squilibrio che nuoce anche a loro stessi e di cui devono essere responsabili e consapevoli.
4 commenti:
Sperando di non banalizzare a mia volta, mi piace chiosare così:
(...)
And I had done an hellish thing
And it would work 'em woe;
For all averr'd, I had kill'd the Bird
That made the Breeze to blow.
(...)
Farewell,farewell! but this I tell
To thee, thou wedding-guest!
He prayeth well who loveth well Both man and bird and beast.
He prayeth best who loveth best,
All things both great and small:
For the dear God, who loveth us,
He made and loveth all.
The Marinere, whose eye is bright,
Whose beard with age is hoar,
Is gone; and now the wedding-guest
Turn'd from the bridegroom's door.
He went, like one that hath been stunn'd
And is of sense forlorn:
A sadder and a wiser man
He rose the morrow morn.
(da: Samuel Taylor Coleridge, The Rime of the Ancyent Marinere, 1798)
Lascio un commento molto a margine; d'altra parte più che commentare ho la fortuna di passare qui con lo scopo di apprendere:
avevo già letto (chissà dove...prima o poi dovrò dare un ordine alle mie letture!) qualcosa relativo alla correlazione tra il consumo di sangue e carne e la conseguente nascita dei giganti. La cosa mi aveva colpito perché, di fatto, l'aumento della statura media degli esseri umani sembra dipendere strettamente dal consumo di carne. Chissà se dietro il mito, anche qui, ci sono giustificazioni scientifiche.
Caro JW,
non banale, anzi...
Caro McG,
grazie del commento (e delle lodi veramente eccessive), ma sono per natura piuttosto riluttante nel dare interpretazioni "scientifiche" ai miti. Devo dire che, in questo caso, le versioni che io conosco hanno tutte una successione diversa: il consumo del sangue e della carne e' pensato come una conseguenza dell'apparizione sulla scena dei giganti. Il che, io credo, puo' avere un significato in relazione allo sfruttamento delle risorse della natura.
Ciao.
Caro Giovanni,
avevo male interpretato le parole invertendo la successione degli eventi che però, sono sicuro, aver letto da qualche altra parte dove, per giganti, si avanzava l'ipotesi di uomini la cui statura era più alta (in modo rilevante) di quella media. Erano ipotesi curiose che mi ero ripromesso di approfondire verificando la bibliografia, ma che poi il (poco)tempo e la mia naturale predisposizione al disordine hanno di fatto impedito.
Per quanto riguarda le "lodi", è la pura e semplice verità: non sono uno studioso ma un "curioso" e qui trovo molto con cui saziare la mia curiosità.
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