venerdì 24 dicembre 2010

La grotta della nativita'


Con gli auguri per tutti coloro che passeranno di qua nei prossimi giorni, un piccolo pensiero natalizio: ho trovato questo interessante articolo di Craig Keener, professore al Palmer Theological Seminary, che potete scaricare e leggere dal sito del Journal of Greco-Roman Christianity and Judaism, una rivista pubblicata on-line. Il titolo del contributo (The Nativity Cave and Gentile Myths - "La grotta della nativita' e i miti pagani") mette l'acquolina in bocca, anche se poi si scopre che il saggio e' in parte viziato da alcuni problemi metodologici.
In particolare, Keener, che e' un evangelico, e' davvero preoccupato di difendere l'autenticita' della tradizione che fa nascere Gesu' nella grotta di Betlemme, vicino alla quale Gerolamo si ritiro' a vivere alla fine del quarto secolo. Per raggiungere il suo scopo, Keener adotta la solita tattica che ho gia' descritto e che e' composta in parti uguali dal tacere gli elementi basilari che vanno contro la sua tesi (su tutti, il fatto che la tradizione stessa di Betlemme e' resa insostenibile dalle contraddizioni di Matteo e Luca) e dal creare una catena di elementi "plausibili" che dovrebbe alla fine dare una "dimostrazione" (si veda a pagina 60: Betlemme e' a 6 miglia da Gerusalemme - i parenti di Gesu' avevano delle proprieta' nella cittadina - a Betlemme ci sono delle grotte!).
In realta', tutto ruota sulla notizia, raccontata da Gerolamo e da Paolino di Nola, secondo cui Adriano (dopo il 136) avrebbe posto un boschetto sacro ad Adone sul luogo della nascita di Gesu' per "sconsacrarlo". Se questo fosse vero, avremmo una testimonianza molto antica sull'identificazione della grotta. Il problema e' che la storia vien furi solo nel quarto secolo: sia Giustino che Origene, che pure conoscono il particolare della grotta (ignorato dai Vangeli canonici, ma non dal Protovangelo di Giacomo), non dicono nulla su Adriano. In piu', va aggiunto che queste testimonianze sono assai sospette. Dopo Costantino, i cristiani avviano un grande programma di "cristianizzazione" della Terra di Israele che, come accade anche in tutto il resto dell'impero, consiste soprattutto nell'impiantare i propri luoghi sacri esattamente sopra quelli che erano prima giudaici e/o pagani. In questo senso, e' molto piu' probabile che sia stato Costantino ad impossessarsi della grotta per "sconsacrare" il boschetto di Adone. La storiella di Gerolamo serve a giustificare l'operazione "dimostrando" che i cristiani erano li' da prima dei pagani: e' la stessa cosa che accade quando gli apologisti dicono che Platone ha imparato la filosofia leggendo il libri di Mose'.
Quando Keener si libera dall'ossessione storicista, la sua analisi mette in luce molto bene l'elemento piu' importante: la nascita divina in una grotta e' frequente nei "miti" greco-romani. Dal punto di vista storico, la tradizione cristiana si configura come "imitazione" (pagina 64). Una lettura teologica potrebbe vedere questo particolare anche come "divina contestualizzazione" (qualunque sia il significato di questa espressione), ma questa e' altra cosa rispetto alla ricerca storica.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo Keener adotta una tattica simile a quella che utilizzano i testimoni di geova quando citano acriticamente parti delle scritture per sostenere la fiaba della fine del mondo.

:) :) :) :) :)

Claudio

Anonimo ha detto...

mi si dovrebbe dimostrare che in piena Giudea e a pochi chilometri da Gerusalemme e quindi dal Tempio venisse tollerato un culto pagano come quello di Adone. E chi era dedito a questo culto? la popolazione locale? stranieri?
Ovviamente questa dimostrazione spetta a chi ritiene tale culto antecedente quello di Gesù.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Claudio,
non saprei, ma, per la mia limitata conoscenza dei Testimoni di Geova, c'e' una differenza sostanziale. Le loro argomentazioni si riferiscono al compimento futuro di profezie esctaologiche. Come tali, esse non possono essere oggetto di indagine storica, come invece pretende esplicitamente di fare Keener.
Auguri

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro anonimo/a nr. 2,
non vedo che ulteriori dimostrazioni ci vogliano dal momento che sono gli stessi autori cristiani a dare la notizia. Inoltre, mi pare opportuno ricordare che, dopo la guerra del 132-136, Gerusalemme in particolare e gran parte della Giudea divengono in modo predominante "pagane", sia per l'afflusso di coloni che per la conversione degli abitanti di origine ebraica. La cosa e' ben documentata sia dalle fonti letterarie che dai reperti archeologici.
Auguri

Anonimo ha detto...

dott. Bazzana,
l'ha detto lei: "dopo il 132" e quindi dopo la nascita di Gesù.
Prima abbiamo la nascita di Gesù in quella grotta e dopo 100 anni inizia un processo di paganizzazione.
Lo stesso processo che ha portato alla costruzione di un tempio pagano sul presunto sepolcro di Gesù.

Anonimo ha detto...

aggiungo: se in quella grotta non era nato Gesù perchè fu scelta come luogo di culto per Adone? Cosa aveva di così particolare quella grotta perchè vi venisse impiantato quel culto?

Anonimo ha detto...

Auguri anche a te,Giovanni.


Claudio

Tanzen ha detto...

I luoghi sacri, nell'antichità ed oggi vengono scelti in base a molteplici ragioni: vi appare una divinità (nella sola pedemontana lombarda le apparizioni mariane con conseguenti santuari sono decine); si riferisce di avvenimenti magici in prossimità del luogo; particolarità geomorfologiche del luogo; tradizioni mutuate da culti precedenti; vi muore qualcuno ecc.
Il fatto che, nei primi secoli della storia cristiana, qualcuno asserisse che lì era nato Gesù ha poco valore. Basta farsi, lo consiglio, un giro per Gerusalemme e dintorni per scoprire come anche solo le varie confessioni cristiane situino alcuni eventi, sulla base di differenti tradizioni antiche, in luoghi diversi. Alla base del Monte degli Ulivi vi è il sepolcro della Vergine ove, per gli ortodossi, sarebbe stata seppellita Maria dopo essere deceduta (niente Assunzione per loro). Sono decine di secoli che alcuni cristiani ivi fissano la tomba della Vergine. Il Papa, e quindi 1 miliardo di cattolici, non sembrano però prestare troppa attenzione a queste antichissime tradizioni.
La casa di Giuseppe a Nazareth. Secoli di tradizione anche in quel caso: la "casa" è poco più di un buco nel terreno a fianco del quale è stato trovata una vasca battesimale del II o III secolo. Essendo questa a Nazareth e vicina ad un altro luogo nel quale la tradizione venerava qualcosa se ne è dedotto che dovesse essere stata costruita vicino alla casa di Giuseppe.
Lo stesso Santo Sepolcro: il Golgota ed il Sepolcro sono nella stessa basilica. Entrambi. E sempre nella stessa basilica è l'area in cui Elena avrebbe rinvenuto la vera Croce. Notare che gli scavi archeologici hanno messo in luce come l'area alla base della basilica fosse un tempo una cava: fatto mai menzionato dalle Scritture. Una cosa certa è che, attorno alla presunta sepoltura di Gesù, si sviluppò molto presto (I-II secolo) un culto. Sono state trovate alcune sepolture ma nulla indica che fossero cristiane: sono dei loculi scavati nella roccia. Si badi che non si tratta di un fenomeno esclusivamente cristiano: ho visto personalmente la tomba di Davide senza però dimenticare come testimonianze archeologiche sicure di Davide non ne esistano.
Parliamo poi di Abramo e della sua tomba ad Hebron grazie alla quale pazzi fanatici ebrei e musulmani si scannano da decenni producendo una delle situazioni più tragiche della Palestina (Hebron ha 120 mila abitanti palestinesi e 7-800 ebrei protetti da 5000 militari). L'estensione della zona ebraica (interdetta ai palestinesi) è pari, grossomodo, all'area in cui vivono i 120 mila palestinesi. Il tutto per un sarcofago di marmo più recente di decine di secoli rispetto al tempo abramitico posto in un punto "dove la tradizione situava il campo dove fu seppellito Abramo".
Insomma, la tradizione ha sempre "indicato" i luoghi ma spessissimo questi luoghi non si sono poi rivelati, alla prova dei fatti, attendibili.
---Segue nel commento successivo ----

Tanzen ha detto...

----Segue da commento precedente----
E' proprio dell'uomo ricercare un punto, un luogo, ove fissare gli elementi del proprio culto, della propria fede. Avere il luogo fonda la fede sulla terra. I luoghi santi sono tali perché ricordano l'evento terreno della divinità, non per altro. E la santità spesso sopravvive al culto, come la festività (si pensi al Natale...) o il Santo (che sostituisce le mille divinità particolari invocate per le più varie necessità: guarire le ferite, portare fortuna, ritrovare gli oggetti, proteggere dai mali) e pertanto la nuova religione provvede ad inglobare il locus nel proprio patrimonio cultuale: così il bosco di Adone diventa la grottà della natività (non era poi una stalla con il bue e l'asinello?) ed il Pantheon una basilica cristiana. Cavolo, mi è capitato di studiare pura una matrona romana che, per un caso di omonimia, si è vista probabilmente scippare il sarcofago da una martire cristiana!
In tutto questo io tengo sempre per buono quanto mi ha detto un - evidentemente - saggissimo francescano al Santo Sepolcro. Alla domanda, "ma lei crede che Gesù sia stato realmente seppellito qui?" ha risposto: "no, però di sicuro si è più vicini qui che a Gallarate, dove sono nato".

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro/a anonimo/a #5 e 6,
vedo che non mi sono spiegato abbastanza chiaramente nel mio post.
La grotta non aveva nulla di speciale finche' non ci e' stato messo il boschetto; poi (in epoca costantiniana), i cristiani l'hanno scelta come luogo della nascita di Gesu' (ha ragione lei, la stessa cosa e' accaduta per il sepolcro a Gerusalemme), perche' volevano "cristianizzare" il posto.
Prestare fede a Gerolamo quando dice che i cristiani erano li' da prima di Adriano (come mi sembra fare lei) e' poco opportuno, perche' Gerolamo ha la menzogna facile, quando gli conviene, e in questo caso ha tutta la convenienza. Inoltre, non abbiamo alcuna prova archeologica di questa precoce presenza cristiana, nonostante i francescani le abbiano cercate con diligenza e fervore.
Questo e' quello che si puo' appurare sul piano storico, secondo me: poi ognuno e' libero di credere quello che vuole, basta che non la si chiami storia come vorrebbe fare Keener.
Spero di essere stato piu' chiaro.
Auguri

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Tanzen,
grazie per la riflessione e per la battuta, davvero da Custodia ;)
Auguri

Anonimo ha detto...

Sulla voce di Wikipedia inglese relativa alla Chiesa della Natività ho trovato questo passo di Origene, che è sicuramente quello di cui parlava lei nel post: "In Bethlehem the cave is pointed out where He was born, and the manger in the cave where He was wrapped in swaddling clothes. And the rumor is in those places, and among foreigners of the Faith, that indeed Jesus was born in this cave who is worshipped and reverenced by the Christians. (Contra Celsum, book I, chapter LI)"
In questo passo, Origene sembra attestare un culto di questa grotta ancora attuale ai suoi tempi. Poiche il "Contra Celsum" è stato scritto oltre un secolo dopo l'epoca di Adriano, mi verrebbe da pensare che la grotta di cui parla Origene sia un'altra rispetto a quella dove sorgeva il bosco di Adone.
Questo certamente escluderebbe un tentativo da parte di Adriano di "scristianizzare" il luogo, ma non escluderebbe la possibilità che già ai suoi tempi o prima vi fosse una grotta venerata come luogo di nascita di Gesù.
Le sembra un'ipotesi plausibile?
Auguri
Simone

domenico ha detto...

mi risulta che anche nel Protovangelo di Giacomo (150 d.C.) si parli di Betlemme e della grotta.
Se il culto di Adone è stato impiantato dopo il 132/136 ci troviamo di fronte a tempi molto stretti visto che appena 30 anni dopo la creazione del culto pagano i cristiani avrebbero pensato a quella stessa grotta per far nascere Gesù..

Chi volesse approfondire potrebbe leggere questo articolo:
http://www.bib-arch.org/online-exclusives/nativity-03.asp

da cui cito:
"The fact that the Bethlehemites did not simply select another site as the birth cave suggests that they did not feel free to invent. They were bound to a specific cave.To preserve a local memory for almost 200 years implies a very strong motivation, a motivation that has nothing to do with the Gospels".

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Simone,
scusi per il ritardo di questa risposta e grazie per gli auguri che ricambio.
In effetti, il passo del Contro Celso e' quello a cui mi riferivo e posso accettare la sua conclusione, con l'aggiunta pero' che, se si segue questo ragionamento, si deve escludere che il luogo sia quello oggi venerato a Betlemme, perche' quest'ultimo insiste su quello in cui visse Gerolamo e Gerolamo, a sua volta, faceva riferimento al boschetto di Adone.
Saluti

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Domenico,
scuse anche a lei per il ritardo con cui rispondo. Grazie per il rimando all'articolo di Murphy-O'Connor, che ho letto con piacere.
Purtroppo, il pezzo, nel disperato intento di confutare la conclusione perfettamente plausibile di Mason, infila un esempio dopo l'altro di quella strategia fatta di special pleadings e non sequiturs di cui parlavo nel post (il che e' ancora peggio dal momento che Murphy-O'Connor e' altrimenti uno studioso di grande valore e degno del massimo rispetto).
Le faccio solo alcuni esempi:
1. La tradizione del Protoevangelo e' indipendente da Giustino (in base a cosa lo si stabilisce?);
2. Il Protoevangelo ignora la geografia d'Israele, quindi deve aver saputo della grotta da viaggiatori (molto piu' semplice che se lo sia inventato per imitare i miti greco-romani analoghi, no?);
3. La grotta era meta di pellegrinaggi, fra cui quello di Origene (che non dice mai di esserci andato e non sa niente del boschetto di Adone: sara' che aveva solo notizie di seconda mano, magari solo dal Protoevangelo di Giacomo?);
4. A Betlemme non posso essersi inventati la storia della grotta perche' essa non era sempre accessibile (non mi spiego dove sia la connessione causale in questo punto dell'argomentazione!).
Si potrebbe continuare, ma sottolineo che Murphy-O'Connor deve esibirsi in contorsioni non da poco per riconciliare Origene e Gerolamo (i due stanno chiaramente parlando di cose diverse, come dicevo sopra). Questo la dice lunga sull'affidabilita' di questa "memoria locale" a cui anche lei sembra attribuire grande importanza.
Auguri