La scorsa settimana, nel mio corso su Q, ho provato a leggere con gli studenti, tanto per uscire dalla solita discussione Kloppenborg vs. Goodacre, un articolo pubblicato nel 2008 da Matthias Klinghardt con il titolo "The Marcionite Gospel and the Synoptic Problem: A New Suggestion" ("Il Vangelo marcionita e il problema sinottico: un nuovo suggerimento").
Klinghardt, che e' professore di teologia biblica all'universita' di Dresda, prende le mosse da suoi lavori sul Vangelo di Marcione, che viene solitamente concepito come una copia adulterata dal Vangelo di Luca. Questo e' in effetti quanto ci viene detto dagli eresiologi anti-marcioniti, ma Klinghardt ritiene, riprendendo una antica tradizione storiografica, che la questione andrebbe riesaminata e il giudizio ribaltato. In realta', Tertulliano, che ha scritto un lungo e complesso trattato contro Marcione, lascerebbe intendere che le cose stanno diversamente: mentre i Padri ortodossi accusano Marcione, quest'ultimo invece sostiene che sono stati gli ortodossi a modificare il Vangelo che lui leggeva per renderlo piu' "accettabile". Klinghardt vede una conferma della sua ipotesi nel fatto che lo stesso Tertulliano mostra come il Vangelo di Marcione contenga elementi che confutano le opinioni marcionite (una cosa che sarebbe davvero difficile da pensare, se Marcione si fosse scritto un Vangelo a proprio uso e consumo).
Secondo Klinghardt, Marcione possedeva una specie di proto-Luca che avrebbe influenzato la redazione sia del Luca canonico che del Vangelo di Matteo. Questa sarebbe la soluzione al problema sinottico suggerita da Klinghardt, ma mi pare che l'intero sistema diventi un po' troppo complesso e quindi non vorrei soffermarmi troppo su questo punto (anche perche' la ricostruzione del Vangelo di Marcione e' assai problematica dato che lo conosciamo soprattutto attraverso le citazioni di Tertulliano e di Epifanio).
Tuttavia, alcuni studenti sono stati attratti dall'idea di questo modo di procedere della parte "ortodossa", che prima "corregge" un testo e poi da' la colpa delle modifiche alla parte avversa. Se uno crede all'autenticita' della famosa lettera di Clemente che contiene il Vangelo segreto di Marco, il caso sembra abbastanza simile: Clemente accusa gli eretici seguaci di Carpocrate di aver apportato modifiche che invece possono essere considerate piu' originali. Inoltre, qualcosa del genere si potrebbe pensare anche per Giovanni e la sua difficile ricezione fra gli ortodossi.
Questi temi restano ancora in gran parte da esplorare, ma mi pare che aiutino a riflettere su alcuni aspetti decisivi. La estrema fluidita' dei materiali evangelici deve aver creato non pochi problemi quando, nel II secolo, si comincio' a pensare di creare una "ortodossia" ed un canone. Alcune delle strategie adottate per distinguersi furono appunto quelle viste sopra: attribuire ai propri documenti lo status di "originali" e accusare gli "eretici" di averli adulterati.
1 commento:
Effettivamente bisogna dire che è alquanto complesso cercare di comprendere se e quanto un testo come a noi ci è pervenuto sia effettivamente il testo così come l'autore l'aveva scritto, anche se un conto sono le varianti che si possono ritenere ragionevolmente inintenzionali e un conto sono le evidenti varianti che mostrano come certe differenze di stile e contenuto rispetto al resto dell'opera facciano propendere per una pesante modifica ad opera di individui estranei all'autore.
Io avevo letto al riguardo "Misquoting Jesus" di Ehrman ma mi è sembrato che quell'opera divulgativa forse esagerava nell'evidenziare le varianti che conosciamo nel nuovo testamento, mentre secondo me non penso che il resto delle opere scritte nell'antichità (che ne so, Cicerone o Erodoto) ci sia giunto a noi con un numero di varianti molto minore.
Senza voler entrare in merito al problema sinottico e a quello di Marcione, volevo poi sapere se ci sono e quali sono le parti del testo del vangelo di Luca che possono essere più sospettabili (a causa del contenuto e/o dello stile) di essere frutto di aggiunte o modifiche estranee all'autore.
Ciao.
Michele
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