mercoledì 9 giugno 2010

Rene' Girard e il decalogo


L'interessante sito "Bibbia blog" pubblica un pezzo di Rene' Girard, critico letterario francese di gran fama e da anni prestato all'esegesi biblica, sul Decalogo. In questa occasione, Girard si occupa dell'ultimo comandamento, quello che proibisce di desiderare la roba altrui (questa e' la versione in cui il comandamento e' piu' noto, ma va ricordato che il testo biblico, sotto la dicitura "roba", comprende anche la moglie e naturalmente gli schiavi in Esodo 20:17). Girard sostiene che questo passo e' grandemente "moderno", perche' esprimerebbe "un concetto di legittimazione della proprieta' privata". E' irritante e impressionante (ma non e' la prima volta che mi capita di reagire cosi' a una delle letture di Girard) come il critico francese nel suo desiderio di fare l'apologia dei dieci comandamenti punti tutto sulla modernita' del testo "dimenticando" che fra gli oggetti di proprieta' vengono elencati anche esseri umani (e' possibile che l'uso di "oggetti" in questo caso sia il frutto di un'infelice traduzione italiana, ma non credo che il senso globale cambierebbe molto se lo si sostituisse con un sinonimo).
Girard prosegue allo stesso modo anche nel trattare uno dei comandamenti precedenti, quello che invita a "onorare il padre e la madre" (Es 20:12). Qui il critico francese nota che il testo si riferirebbe alla "famiglia nucleare", perche' "non si fa menzione alcuna a [sic!] forme di poligamia o di condivisione della prole all'interno di strutture famigliari di carattere comunitario". E' difficile capire cosa stia dietro questa oscura espressione, ma ancor piu' difficile mi sembra comprendere come un riferimento generico al padre e alla madre possa escludere la poligamia (incidentalmente, ad esempio, i mormoni hanno letto per decenni questo testo in un contesto di poligamia e non hanno mai avuto particolari problemi).
Girard e' spesso, e giustamente, accusato di trascurare del tutto il contesto storico nelle sue letture della Bibbia, ma credo che in questo caso si vada anche oltre. Un critico letterario ha ogni diritto di prescindere dai dati storici nel suo lavoro, ma mi pare che qui anche una semplice lettura del testo "cosi' come esso e'" sia travisata per la volonta' di trovare a tutti i costi "ragioni e comportamenti umani che ci riguardano tutti ancora oggi" e di fare della Bibbia il fondamento delle improbabili "leggi naturali" che vanno cosi' di moda in certi ambienti ecclesiastici. In realta', ho l'impressione che, sotto il manto apparentemente "alla moda" della psicologia, della narratologia o di altre discipline, Girard (come molti altri) non faccia altro che ripetere i vecchi temi dell'allegoria e della teologia spacciandoli, in modo un po' fraudolento, come storia.

1 commento:

fabio ha detto...

Perfettamente d'accordo con la critica a Girard. Per inciso la poligamia è stata ritenuta lecita nel mondo ebraico almeno fino al X sec. e.v.