Quando Maria gli fa notare che il vino e' finito inopinatamente prima della conclusione della festa, Gesu' le risponde in un modo molto peculiare: "Che c'e' fra me e te, donna? Non e' ancora giunta la mia ora (la versione CEI del 2008 traduce il greco con un inspiegabile "donna, che vuoi da me?", ma la vecchia versione delgi anni '70 aveva un piu' letterale "che ho da fare con te, o donna?"). A molti questa risposta pare un po' sgarbata e in effetti ci sono dei buoni motivi per sostenere che non si tratta di una dimostrazione di gentilezza. Anzitutto, Gesu' non si rivolge mai ad una donna chiamandola appunto "donna" e, anzi, tale appellativo non e' mai usato in nessun testo giudaico dell'epoca. La strana espressione "che c'e' fra me e te", invece, compare anche altrove nei Vangeli: ad esempio, in Marco 1:45, Gesu' guarisce un indemoniato e questi si rivolge a lui gridando: "Che c'e' fra noi e te, Gesu' nazareno? Sei venuto a distruggerci? Io so chi sei tu: il Santo di Dio!".
Il parallelo in effetti chiarisce bene quale sia il senso della frase in Giovanni: Gesu' vuole prendere le distanze da sua madre, cosi' come il demone nel Vangelo di Marco prende le distanze dall'esorcista e ne riconosce l'origine divina. Ci sono due buoni motivi per cui Giovanni usa tale espressione: anzitutto, in modo tipicamente mediterraneo vuole difendere l'onore di Gesu' e non puo' permettere che un maschio si faccia comandare in pubblico da una donna. In secondo luogo, c'e' una ragione teologica: Gesu' dice che la sua "ora" non e' ancora venuta perche', in Giovanni, la "gloria" divina del Cristo si manifesta pienamente solo sulla croce (tutti i miracoli che egli opera prima sono compiuti solo per venire incontro alle insistenze di persone in difficolta').
L'unica cosa che non c'entra niente qui, direi, e' il ruolo di Maria come cooperatrice nell'opera di redenzione che qualcuno cerca di far venire fuori a tutti i costi da questo racconto.
3 commenti:
Buona sera, questo episodio è piuttosto discusso nel senso che sembra strano che Maria chieda a Gesù di manifestarsi anticipatamente rispetto ai tempi, per compiere un miracolo di così poco conto. In effetti molti teologi, sono propensi a considerare questo episodio soltanto come allegorico ed un commento a questo brano del Vangelo in questo senso è stato anche pubblicato sul"L'Osservatore Romano", segno che una simile interpretazione è da considerare assolutamente ortodossa.
Caro Giovanni,
grazie del commento, ma mi permetto di domandare un chiarimento (purtroppo non conosco l'articolo dell'Osservatore e devo confessare che valutare l'ortodossia delle interpretazioni non e' cosa che mi attragga molto).
Anch'io sono piuttosto convinto che l'episodio di Cana non possa essere storico, ma mi domando cosa intendi con l'aggettivo "allegorico". Se intendi che il racconto e' stato fabbricato dall'autore del Vangelo perche' aveva una funzione precisa nell'economia del racconto (ad esempio, molti dei temi ricorrono anche altrove nel testo, come la questione sacramentale o la polemica contro il giudaismo), allora direi che siamo pienamente d'accordo.
Ciao omonimo! :-)
Credo in effetti che il racconto sia stato inserito nel Vangelo con uno scopo, non ritengo che avesse voluto raccontare un "miracolo" di poco conto e di scarso valore, non se ne vede la ragione.
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