Al v. 15, dopo aver visto animali e cambiavalute nel santuario, Gesu' prende dei pezzi di corda e si fa una frusta con cui caccia via tutti in un impeto di indignazione. E' interessante notare che il testo greco chiama questa frusta phragellion, un termine che e' un prestito dal latino e deriva da flagellum. Ovviamente, e' lo stesso vocabolo che Marco e Matteo impiegano per indicare la tortura a cui i Romani sottopongono Gesu' prima di metterlo a morte. Spesso non ci si fa caso, ma paradossalmente il Cristo, di cui siamo abituati a compiangere le sofferenze, brandisce qui contro altri (con buona pace di Mel Gibson e dei suoi sanguinari ammiratori) quegli stessi "strumenti" che saranno poi disumanamente utilizzati contro di lui.
Un Gesu' violento doveva creare problemi anche ai primi lettori del Vangelo e in effetti i due piu' antichi papiri (P66 e P75) che riportano il testo di Giovanni hanno un'interessante variante: prima della "frusta" viene inserita la particella hos che vuol dire "come". Il risultato e' che Gesu' non si sarebbe fatto proprio una frusta, ma "qualcosa di simile ad una frusta".
I tentativi di soluzione moderni sono piu' sottili; in un articolo (dal titolo bellissimo, ma per me intraducibile, "The Messianic Whippersnapper") pubblicato l'anno scorso sul Journal of Biblical Literature, N. Clayton Croy sostiene che l'oggetto della cacciata (in greco pantas, maschile) sarebbero solo gli animali che seguono come apposizione (pecore e buoi, neutro e maschile): quindi una traduzione precisa sarebbe "scaccio' tutti fuori dal Tempio, sia le pecore che i buoi". La CEI ha evidentemente pensato che a essere fustigati siano anche esseri umani, perche' la traduzione e' ancora "scaccio' tutti fuori dal Tempio, con le pecore e i buoi".
Credo che la questione richieda ulteriori discussioni, ma nel frattempo si puo' dire che ne viene confermata la peculiarita' e difficolta' del Gesu' di Giovanni. Pochi giorni fa uno studente, che aveva problemi a comprendere come mai Gesu' si faccia sempre pregare per compiere miracoli che non gli costano niente, mi dice tra il serio e il faceto: "certo che questo qui e'proprio un jerk (non traduco per non creare ulteriore scandalo)!"
6 commenti:
Ciao ancora,
nonostante l'ora tarda i tuoi post inducono alla riflessione e quindi a scrivere. Se sul testo più antico c'è scritto "hos" probabilmente sarà "hos"; per ovviare al problema del Gesù violento dire che ha preso a frustate le bestie e non gli esseri umani non mi pare sostenibile. Una cosa che mi sembra di buon senso potrebbe essere questa: qualcuno che si vede brandita contro una frusta o anche qualcosa che gli somigli, resta a prenderle o fugge a gambe levate? Sapendo, tra l'altro, che non sta seguendo un comportameto socialmente accettabile?
Caro Giovanni,
mi fa piacere vedere che quello che scrivo non ti serve come sonnifero! ;)
Una piccola precisazione sulla questione di "hos": la particella si puo' leggere nei due papiri che sono datati fra la fine del secondo e l'inizio del terzo secolo, ma e' assente dai due grandi manoscritti Sinaitico e Vaticano (tutti e due del quarto secolo). Questa divisione cosi' netta fra i testimoni testuali e' piuttosto insolita e credo che alla fine i curatori dell'edizione critica abbiano deciso di applicare una delle leggi fondamentali della critica testuale: si preferisce la variante che non si spiega come modifica dell'altra. In parole povere, e' piu' facile immaginare che uno scriba abbia aggiunto "hos" (per attenuare la violenza del gesto) piuttosto che il contrario (chi avrebbe voluto togliere "hos" per far apparire Gesu' ancora piu' violento?).
Grazie per l'osservazione.
Altro che sonnifero! ome vedi scrivo anche ad ora più tarda della scorsa volta! :-)
La domanda che ti pongo è: sei certo che un Gesù "violento" sarebbe stato del tutto inaccettabile nel quarto secolo? O forse per la cultura di quel periodo un Gesù maggiormente "deciso" sarebbe apparso più presentabile? I manoscritti sono del IV secolo e non è distante l'epoca della proclamazione del cristianesimo come religione ufficiale dell'Impero, con tutto quanto ne consegue.
Un saluto!
Caro Giovanni,
questa domanda e' azzeccatissima!
In effetti, siamo sempre portati a immaginare i processi mentali e le precomprensioni degli scribi dell'antichita' come se fossero stati uguali a quelli che abbiamo noi, ma chi ce lo garantisce?
Ammetto di non saperti dare una risposta precisa: se ti basta una sensazione, io credo di avere una certa esperienza con la chiesa ambrosiana e in essa esiste una lunga tradizione di rappresentare Ambrogio con in mano proprio il flagello di cui parla Giovanni. Si dovrebbe riferire metaforicamente(!) alla sua lotta contro gli eretici nel quarto secolo, ma chi puo' dire quale sia la distanza tra metafora e realta'?
"in essa [la chiesa ambrosiana] esiste una lunga tradizione di rappresentare Ambrogio con in mano proprio il flagello di cui parla Giovanni. Si dovrebbe riferire metaforicamente(!) alla sua lotta contro gli eretici nel quarto secolo, ma chi puo' dire quale sia la distanza tra metafora e realta'?"
Beh, la distanza tra metafora e realtà è scritta sulla schiena di quelli che le hanno prese di santa ragione...
un caro saluto Giovanni!
Caro Luca,
un carissimo saluto anche a te!
By the way, se intendi dire che la distanza e' brevissima perche' nel quarto secolo i Padri della Chiesa amavano passare molto velocemente dalle parole ai fatti (come nel caso di Agostino con i donatisti), non posso che darti ragione.
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