Si capisce che la cosa crei un certo imbarazzo agli studiosi cristiani, ma per caso ho trovato un articolo di Albert Harrill (apparso nel 2008 sul Journal of Biblical Literature) che mette tutto perfettamente nel suo contesto. Harrill ha osservato che il cannibalismo e' un topos che gli autori antichi usano spesso e volentieri (si pensi a Sallustio quando descrive la congiura di Catilina o Livio per i Baccanali) per attaccare dei nemici dimostrando che non sono nemmeno umani e che si mettono contro la civilta' stessa, dal momento che mangiano i loro fratelli. Non dovrebbe stupire questa osservazione perche' e' evidente la continuita' con cui questo giochetto retorico e' stato usato nella storia (per gli Ebrei da parte dei cattolici e piu' recentemente nella lotta politica contro i comunisti).
E' interessante come il Gesu' di Giovanni ribalta il procedimento: e' lui stesso ad affermare di essere un cannibale e non ci si puo' sorprendere che la reazione, anche di alcuni dei suoi discepoli, sia quella di allontanarsi inorriditi. Il topos e' lo stesso ma usato in modo inverso, per far scappare quelli che non sono veramente fedeli alla setta fino in fondo: anche questo e' coerente con tutto il resto del Vangelo, in cui il gruppo dei fedeli di Cristo e' sempre una fazione perseguitata e allontanata dalla maggioranza che non riesce a capire le parole di Gesu' e a vedere la sua gloria divina. Sono meccanismi che si vedono continuamente all'opera anche nella formazione e nell'evoluzione delle sette religiose nel mondo contemporaneo.
4 commenti:
Non credo che il ribaltamento del topos serva solo a far scappare i fedeli poco tali, ma sottolinea anche la rottura totale con la tradizione. Cristo era un vero rivoluzionario! Hasta siempre
Luigi
Caro Luigi,
grazie del commento: solamente, non sono molto sicuro ci sia qualcosa di storico in questo racconto di Giovanni.
Per quanto riguarda il Gesu' "storico" ultimamente mi sento piu' incline a considerarlo non tanto un rivoluzionario (alla Che credo che tu intenda) quanto un irregolare, un asociale, un "queer", insomma.
Giovanni Bazzana
Non capisco come uno che dia da mangiare sé stesso possa essere a sua volta un cannibale.
Yuppi
Caro/a Yuppi,
grazie dell'osservazione, ma mi sembra che se uno dice ai suoi discepoli di mangiare la sua carne e bere il suo sangue se vogliono avere la vita eterna possa qualificarsi almeno come uno che "incita" al cannibalismo, no?
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