Come ho scritto tempo fa, il fatto di aver riconosciuto l'ebraicita' di Gesu' e degli altri "fondatori" del cristianesimo e' stato uno dei risultati piu' positivi della ricerca storica degli ultimi decenni. Per la mia personale educazione (come, credo, anche per quella di molti altri ricercatori di formazione cristiana), si e' trattato di una vera e propria "rivoluzione copernicana", che mi ha molto aiutato nello sforzo di raggiungere un sapere critico e non ideologico. E' stato ed e' salutare riconoscere come secoli di oppressione cristiana nei confronti degli ebrei abbiano anche portato a deformare e ricostruire la storia e la teologia a vantaggio degli oppressori.
D'altra parte, DeConick mette il dito su un reale problema: le categorie storiche, come quella del Gesu' ebreo, sono tutte in fondo degli strumenti che possiamo usare o scartare a seconda della loro maggiore o minore utilita'. A chi e' utile oggi il Gesu' ebreo? Secondo DeConick, dire che in fondo i primi cristiani erano tutti ebrei serve a scagionare i cristiani dall'aver perseguitato gli ebrei, perche' alla fin fine si sarebbe trattato di un fatto tutto interno al giudaismo. Un po' come chi afferma che gli ebrei stessi sono responsabili dell'anti-semitismo perche' non sono "capaci" di uniformarsi.
Non sono del tutto d'accordo: penso che riconoscere l'ebraicita' di Gesu' sia a tutt'oggi uno shock piu' che salutare per i cristiani. In quasi ogni corso trovo sempre lo studente, che dopo aver letto per la prima volta il Vangelo di Marco per intero, alza la testa e dice stupefatto: "Ma Gesu' andava alla sinagoga! ma Gesu' rispettava la Legge! Ma Gesu' ... era ebreo!" Mi pare che questo serva da antidoto molto forte per combattere l'influenza dei passi del Nuovo Testamento che sono invece pieni (si pensi solo al Vangelo di Giovanni) di un anti-giudaismo che puo' facilmente generare il peggiore anti-semitismo.
6 commenti:
Complimenti davvero per il sito che trovo interessante e costruttivo. Quello di Gesù ebreo è un caso da troppo tempo frainteso, per fortuna gli studiosi stanno cambiando approccio. G. Lambertenghi
Caro/a Lambertenghi, grazie per i complimenti e sono lieto soprattutto che la discussione sia costruttiva.
Caro Bazzana, grazie a lei e all'attenzione costante che ripone nel sito nonostante i suoi numerosi carichi lavorativi e l'impegno accademico quotidiano. Volevo permettermi di suggerirle un argomento: sarebbe interessante prendere in considerazione i rapporti tra cibo e cristianesimo, soprattutto in merito ai divieti alimentari che caratterizzano le altre religioni monoteistiche. La dottrina cristiana sembra la più permissiva di tutte: mi chiedo quando si è realizzata questa differenza e per quale ragione.
Buon lavoro, G. Lambertenghi
Caro/a Lambertenghi, questa e' un'ottima domanda, sulla quale varra' senz'altro la pena di scrivere qualche cosa nei prossimi giorni. Grazie dell'attenzione!
Innanzitutto complimenti per il sito, prof. Giovanni Bazzana. Ottimo lay-out, leggibile, "pulito", pacato. E' un piacere visitarlo, per forma e per contenuti. Però, a proposito del presente post, mi permetta, da cristiano, di risponderle: per un lettore attento, e non soltanto per uno studioso di cristianesimo antico, l’ebraicità di Gesù emerge lampante come un faro sul mare in una notte oscura. Il problema, in tal caso, non è tra cristiani e non cristiani, il problema è tra chi legge e tra chi ignora, tra chi s'interessa al testo e chi, ancora ai nostri giorni e in tutte le correnti di pensiero, prevalentemente espone un sapere critico fondato sul "filo-qualchecosa" o su un "anti-qualcos'altro". La soluzione, in fondo, lei la ha accennata: prescindere dall'utilità o meno di una categoria storica. Questa dovrebbe essere la rotta maestra, anche considerando che molti passi del NT sono pieni di un anti-giudaismo sì, ma di un anti-giudaismo interno al pensiero giudaico e, pertanto, anch’esso perfettamente filo-giudaico. E questa è una lettura finalizzata a giustificare un bel niente, perlomeno per chi non ha la superficialità di credere che, in quei testi, ma questo è soltanto un esempio, stia scritto che Giuda consegna il suo Maestro per appena trenta denari, "una magnifica somma". E per chi – non avendo letto Esodo 20,5-6 – crede che le colpe dei padri ricadono sui figli per responsabilità di Mt 27,25, avendo dimenticato che in Gv 9,3 “né egli né i suoi genitori hanno peccato”. Mi perdoni le citazioni e auguri per il proseguimento. La leggerò con grande attenzione.
Lino
Caro Lino, grazie per l'apprezzamento e mi rincuora vedere che la situazione non e' cosi' fosca come la vedo io.
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