Ludemann e' molto famoso (nel nostro ambiente) per la sua vicenda del tutto particolare. E' stato un brillantissimo giovane studioso fino ad arrivare ad ottenere la cattedra di Nuovo Testamento nella facolta' di teologia evangelica di Gottingen, una delle piu' prestigiose dell'intera Germania e quindi del mondo. Nel 1998, dopo aver scritto un libro sulla resurrezione di Gesu' in cui negava che questa si fosse mai verificata, Ludemann ha annunciato di essere divenuto ateo. Scandalo! Bisogna tenere conto del fatto che i professori di teologia in Germania sono dipendenti dello stato (quindi non possono essere licenziati per opinioni personali), ma sono scelti dalle chiese (in questo caso quella luterana) e quindi non e' possibile che siano atei. La Facolta' di teologia ha risolto il problema trasferendo Ludemann dalla cattedra di Nuovo Testamento a quella di "Storia e letteratura del cristianesimo antico": in piu', per presevare le menti dei futuri pastori, si e' stabilito che i corsi di Ludemann non dessero piu' crediti agli studenti e cosi' da dieci anni il nostro eroe insegna dei corsi a cui non va nessuno. Nel frattempo Ludemann si e' pero' intestardito in una lunga causa in tribunale per cercare di riavere la sua cattedra: pochi mesi fa la corte suprema tedesca gli ha dato definitivamente torto stabilendo che le chiese tedesche possono continuare a mettere in cattedra chi vogliono usando i soldi pubblici (quindi anche degli atei). E' confortante vedere che la Gelmini non e' sola nella sua battaglia...
Nell'intervista, che di certo meriterebbe un'analisi piu' approfondita, Ludemann torna su molti dei suoi cavalli di battaglia e da' anche alcune risposte bellissime. Ad esempio, alla domanda se Gesu' sia veramente vissuto, replica: "Gesu' e' vissuto cosi' come e' vissuto Goethe - egli e' vissuto nella fantasia e nei pensieri degli esseri umani". Sulla resurrezione, Ludemann ripete che si e' trattato di una "visione" avuta dai suoi seguaci e racconta un episodio personale: "Quando mio padre e' morto, una notte anch'io ho avuto una visione di lui - un'esperienza estatica, generata dal desiderio che lui non fosse morto".
3 commenti:
Complimenti per l'articolo, caro Bazzana, che oltre a farmi conoscere una storia che ignoravo dà spunti interessanti. Toccante, direi, la frase finale. Da sempre mi sento vicino a Ludemann, pur avendolo conosciuto solo oggi. Grazie
In realtà quanto propone Gerd Lüdemann non è nulla di nuovo sotto il sole. Lüdemann infatti lo si può considerare tranquillamente il Celso (vissuto nella seconda metà del II sec. d.C.) del XXI sec. Perché dico così? Semplicemente perché Lüdemann come Celso crede che Gesù sia nato da una relazione illegittima (si veda al riguardo il suo libro "Jungfrauengeburt?"), non ha mai compiuto miracoli contro natura (come ad esempio camminare sull'acqua, mutare l'acqua in vino, moltiplicare i pani e i pesci, ecc.), non ha profetizzato la sua fine e non è nemmeno risorto (una menzogna, forse risultato di una allucinazione collettiva - così già Celso).
Originalità poca, polemica molta.
P.S.:
Non condiviso in generale le idee di Lüdemann, anche se lo considero uno studioso interessante.
Non credo si possa porre l'attenzione solo sulla testimonianza apostolica e alla Scrittura riferendosi alla resurrezione. Nella comunità primitiva parlare del Cristo risorto voleva dire affermare che il Cristo vive adesso nella gloria e opera trasformando la nostra storia con il dono dello Spirito.
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