Giudiziosamente, Goodacre ci dice che la conoscenza del Gesu' della storia e' "quasi" impossibile perche' il numero e la qualita' delle fonti a nostra disposizione e' insufficiente a garantire una conoscenza affidabile al di la' di pochi elementi che sono invece quasi sicuri (ad esempio, che Gesu' ha avuto dei discepoli, che e' stato crocifisso dai Romani e cosi' via). Secondo Goodacre, questa e' una situazione che la ricerca su Gesu' condivide con il resto della storia antica: le fonti che sono sopravvissute sono troppo poche e troppo frammentarie per poter soddisfare tutte le nostre domande.
Non c'e' dubbio che Goodacre abbia ragione, ma io penso che ci sia anche un'altra ragione per smettere (per almeno 25 anni, come dico sempre agli studenti) di scrivere libri e articoli sul Gesu' della storia. La ricerca sul Gesu' storico e' iniziata nell'Europa dell'Ottocento ed e' stata sempre accompagnata da concezioni filosofiche che potremmo riassumere usando il termine "individualismo". Si pensava che fosse importante sapere qualcosa sull'uomo Gesu', perche' si riteneva che un "uomo", maschio e bianco, poteva aver cambiato da solo il corso della storia. In realta', oggi sappiamo bene che questo non e' possibile: che, se mai, la storia e' stata cambiata dalle migliaia di uomini e donne che hanno creduto, senza dimenticare le grandi forze storiche e sociali dei secoli successivi alla nascita di Gesu'. Per non continuare a mantenere il pregiudizio individualista, sarebbe meglio cominciare a guardare al quadro generale, lasciando perdere per un po' l'uomo Gesu'.
9 commenti:
Caro Bazzana, lei mi sembra un po' troppo dogmatico. La ricerca storica mi sembra un dovere intellettuale, con la doverosa consapevolezza dei limiti della ricerca e tenendo sempre ben presente la "posizionalità" dell'osservatore (per dirla alla Duuv). A presto e grazie per gli argomenti interessanti che sa sempre toccare
Caro Bruno, non dico affatto che la ricerca storica dovrebbe interrompersi (anch'io la considero un dovere intellettuale e in piu' e' anche la mia professione...). Mi pare, tuttavia, che, fra i tanti temi degni di essere indagati, quello del Gesu' storico riceva un'attenzione ipertrofica e anche dannosa. Ci sono moltissime altre questioni interessanti da sondare, che purtroppo non sono adeguatamente valorizzate, anche per motivi ideologici. Detto cio', la rassicurerei perche' mi sembra che gli studenti non diano grande ascolto al mio invito. Grazie comunque per l'osservazione, come sempre, molto stimolante.
Viva Bruno
Sosteniamo ogni battaglia contro il dogmatismo contemporaneo. Sempre e ovunque. Magog ומגוג
tipica critica di sinistra fatta di slogan!
Gentile dott. Bazzana,
una curiosità. Lei è un religioso? appartiene a qualche ordine?
R. Galli
Caro Galli,
no, non sono un religioso e non appartengo a nessun ordine.
non capisco il commento di Paolo Ti chiedo però : quali risultati ha raggiunto la critica testuale? E quella letterale? E la storia della tradizione? E' possibile nella teologia cancellare dogmaticamente il problema storico?
E in ultima analisi cosa significa per la mia fede la ricerca storico-critica? Ti sarei grato se mi rispondessi anche sul mio sito
Caro Antonio,
scusa per il ritardo della risposta e anche perche' immagino che quello che diro' non sara' sufficiente a soddisfare la tua curiosita' vista l'ampiezza dei quesiti che mi poni.
In breve (immaginando che la tua domanda sia ristretta alla questione del Gesu' storico) il metodo storico-critico nelle sue diverse articolazioni che tu indichi ha raggiunto dei risultati per quanto riguarda la ricerca sul Gesu' storico (ad esempio, si sa che e' stato ucciso dai Romani, si sa che ha predicato il "regno di Dio", eccetera), ma le cose certe sono pochissime se confrontate con la curiosita' teologica e storica che si appunta su di un personaggio di tale importanza. In sostanza, gia' cento anni fa il grande Albert Schweitzer aveva mostrato molto bene che tutte le volte che si ricostruisce un ritratto di Gesu' il risultato e' sempre uguale a quello dello studioso che ha prodotto la ricerca. Questo e' un limite della ricerca storica e va riconosciuto se non si vuol cadere nel positivismo.
Da qui nascono anche i problemi per le relazioni con la teologia (sulla tua fede, se non ti dispiace, non mi esprimo): in passato si sono spesso confusi i piani, usando la teologia per risolvere problemi storici e viceversa. Certo, per la dogmatica cristiana la storicita' dell'evento-Cristo ha una certa importanza, ma mi pare dannoso e impossibile pretendere che si debba accertare storicamente (in senso positivista) un fatto perche' altrimenti la fede non avrebbe fondamento. In effetti, e' un problema, ma mi sembra piu' dei teologi che non degli storici.
Grazie della bella domanda e arrivederci sul tuo sito.
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