Il nostro predicatore comincia facendo contare ai fedeli presenti il numero dei versetti presenti nel Vangelo di Marco: il numero totale e' 678. Il predicatore poi presenta una traduzione americana molto diffusa, la NIV (New International Version, una versione degli evengelici, conservatori, ma non estremisti) e fa notare che al capitolo 16 di Marco si trova una nota che dice che i versetti 9-20 "non sono presenti nei manoscritti piu' antichi e nei piu' autorevoli testimoni del testo biblico" (vi dico solo che questo e' un fatto accettato da tutti gli studiosi: i versetti 16:9-20 sono stati aggiunti piu' tardi e non c'erano nel Vangelo di Marco originale). Ovviamente il nostro pastore accetta solo la versione di re Giacomo, la piu' antica versione inglese, fatta preparare dal re d'Inghilterra Giacomo I nel 1611: per alcuni evangelici americani estremamente fondamentalisti questa e' l'unica versione accettabile (la stessa cosa che facevano i cattolici ostinandosi a leggere solo la versione latina di Gerolamo fino agli anni '60 del secolo scorso). E' facile immaginare quale fosse la conoscenza dei manoscritti antichi nel '600 e infatti la Bibbia di re Giacomo non dice nulla sulla conclusione del Vangelo di Marco e accetta i versetti 9-20: come fa il nostro predicatore a dimostrare che la NIV sbaglia? Vedete bene che, se si tolgono i 12 versetti finali, Marco rimane con 666 versetti in tutto! Questo e' il segno chiaro che tutte le Bibbie filologicamente corrette sono demoniache, perche' portano su di loro il segno della bestia.
Non penso che ci siano parole da aggiungere per commentare questo ragionamento: non rimane che farsi una risata.
6 commenti:
E se uno volesse credere a questa soluzione per fede? Avrebbe meno diritto di chi crede anche al resto per fede?
Cordialmente, Magog ומגוג
Caro/a Magog, senz'altro chi volesse credere a questo per fede (e' l'unico motivo per cui uno potrebbe crederci) ha tutto il dritto di farlo, come per qualunque altra dottrina. Solo una piccola osservazione: queste cose non accadono nel vuoto o in astratto, ma fanno parte, come tutte, di un discorso di potere. In questo caso, secondo me, al predicatore non va bene una conlusione che e' scientifica e democratica (il fatto che la finale di Marco sia un'aggiunta tarda). Siccome non ha argomenti scientifici validi per controbattere, ricorre a un argomento di fede (che e' autoritario per definizione): tutto bene, se uno preferisce non pensare con la propria testa. Quello che non accetto e' che (come fanno molti ecclesiastici, non solo in America) si dica che argomenti di fede e argomenti scientifici sono uguali e hanno lo stesso valore: non e' assolutamente cosi'. Grazie per l'interessante domanda.
Concordo pienamente con Bazzana. Anche perché altrimenti potremmo dire ogni cosa, in una sorta di relativismo selvaggio
Ah! L'interminabile diatriba King James version Vs Tutte le altre. Vi segnalo tra l'altro un'interpretazione del 666 che andava di moda negli States (ed ahimé anche in Italia presso alcune confessioni di stampo evangelico) ma che non è ufficialmente appoggiata/accettata da nessuna chiesa ufficiale: si speculava che sulla tiara papale ci fosse l'iscrizione latina VICARIVS FILII DEI; se si dà ai caratteri latini il corrispettivo valore numerale, allora la loro somma è V(5)+I(1)+C(100)+I(1)+ V(5)+I(1)+L(50)+I(1)+I(1)+D(500)+I(1)=666. Bah!
E comunque, grazie Dr. Bazzana per questo suo blog davvero piacevole e stimolante.
Grazie a te, Luca, per questo simpatico contributo
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