martedì 18 gennaio 2011

Costituzione come Parola di Dio


La scorsa settimana, quando la nuova legislatura del Congresso americano e' iniziata con la nuova maggioranza repubblicana, i deputati hanno organizzato una lettura integrale della Costituzione degli USA. La cosa non suonera' strana dal momento che a molti e' ben noto il feticismo americano nei confronti di questo documento e che l'iniziativa si e' inserita perfettamente all'interno di una certa retorica politica che sembra "pagare" in questo momento. Tuttavia, mi e' sembrato molto interessante questo articolo di commento che ho trovato sul sito web del NYT.
Il fatto, certamente minore, ma nondimeno curioso, e' che la Costituzione non e' stata letta per intero: alcune parti sono state saltate per errore, ma altre sono state conspevolmente evitate. In particolare, una interessante discussione e' derivata dal fatto che si siano taciute le sezioni che, nella versione originale, si riferivano alla schiavitu'. L'argomento degli organizzatori della lettura si fondava sull'approvazione, avvenuta nel 1865, del famoso tredicesimo emendamento che proibisce la schiavitu' e di fatto rende obsolete quelle disposizioni. Altri hanno obiettato che, operando in questo modo, a tutti gli effetti si "sterilizza" la lettura, nascondendo un'orribile parte della storia americana, i cui effetti si fanno sentire ancora oggi.
E' difficile non accorgersi di quanto simili siano i problemi e le conseguenti discussioni che la chiese si trovano ad affrontare quando si organizzano letture, liturgiche e non, della Bibbia. In effetti, nel testo sacro c'e' molto di cui ci si potrebbe vergognare: si veda, per esempio, questo commento di padre Scalese sulla necessita' di "smussare" un po' i Salmi (la preghiera di Gesu'!) nei passi in cui si trovano terribili maledizioni e imprecazioni. D'altra parte, riflettendo l'anno scorso con alcuni studenti su quei passi di Giovanni che grondano anti-giudaismo (per non dire vero e proprio anti-semitismo), si notava come la lettura stessa non faccia altro che ripetere e mantenere in vita la violenza di tali parole.
Non c'e' via di uscita facile o sicura da questi problemi, ma, per tornare alla Costituzione americana, e' davvero difficile capire, da un punto di vista europeo, come si possa essere arrivati a tale equiparazione con la Bibbia (qui, un divertente post di Arturo Vasquez, ma la cosa e' certamente ancora piu' incomprensibile per noi italiani, data la scarsa "autorevolezza" della nostra Costituzione). Alcuni anni fa, l'antropologo Vincent Crapanzano aveva studiato il fenomeno in un libro ("Serving the Word") in cui metteva in parallelo gli evangelici e una certa scuola americana di diritto costituzionale. E' straordinario (e, da un certo punto di vista, anche un po' preoccupante) che un paese nato nel piu' rigoroso secolarismo abbia visto diventare testo sacro proprio il suo documento fondativo.

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