domenica 16 gennaio 2011

Una "furiosa turba" in San Pietro


Sandro Magister, nel suo blog, riportava alcuni giorni dopo Natale la notizia del pranzo del Papa con 350 "poveri" e la commentava riferendosi ad un articolo, pubblicato sull'Osservatore romano, di Vincenzo Fiocchi Nicolai, professore di archeologia cristiana all'universita' di Tor Vergata. L'articolo, dal titolo programmatico di "Tutti a pranzo con il primo degli apostoli", contiene numerose informazioni interessanti sulla basilica di San Pietro nei secoli immediatamente seguenti la sua costruzione ad opera di Costantino, nel luogo in cui si supponeva fosse stato seppellito il "principe degli apostoli". Nella sezione finale, Fiocchi Nicolai si concentra sulla funzione di "soccorso ai poveri di Roma" svolta dalla basilica (in realta', svolta piuttosto dall'aristocrazia romana - secondo un modello di patronato paternalista ben antecedente l'avvento del cristianesimo - visto che tutti gli esempi citati sono quelli di nobildonne o senatori che elargiscono denari o pranzi alla popolazione).
Ho trovato interessante una notizia che Fiocchi Nicolai trae da Agostino, il quale lamenta il fatto che la basilica divenisse teatro di "gozzoviglie e disordini ... in occasione di banchetti funerari commemorativi". Giustamente, mi sembra, Fiocchi Nicolai accosta questo riferimento agli episodi simili che avvenivano in Africa "nelle chiese martiriali" e di cui ancora Agostino, sempre lamentoso, e' uno dei testimoni piu' importanti.
Va detto che le lamentele (e anche le accuse, probabilmente false, di eccessi) sono dovute al fatto che l'abitudine di celebrare banchetti e danze presso le tombe dei martiri era propria dei cosiddetti "circoncellioni" e dei donatisti, i gruppi cristiani che erano eredi delle tradizioni africane e che Agostino deve, in ogni modo possibile, far sparire per ottenere una chiesa "ortodossa" e filo-imperiale. Queste cerimonie sono state recentemente descritte in modo molto approfondito da Remo Cacitti, professore di letteratura cristiana antica all'universita' degli Studi di Milano, nel suo libro "Furiosa turba. I fondamenti religiosi dell'eversione sociale, della dissidenza politica e della contestazione ecclesiale dei Circoncellioni d'Africa". I banchetti erano l'occasione di avere un "assaggio" della gioia che la fine dei tempi avrebbe riservato ai veri seguaci di Cristo e che i martiri avevano gia' raggiunto in virtu' del loro sacrificio: come mostra molto efficacemente Cacitti, l'ebbrezza spirituale si trasformava naturalmente in sovvertimento delle gerarchie di potere sociale ed ecclesiale (e naturalmente non poteva piacere all'iper-conformista di Ippona).
L'accostamento suggerito da Fiocchi Nicolai mi pare del tutto pertinente: in fondo, anche San Pietro e' concepito come il luogo di sepoltura di un martire. Sono un po' meno sicuro che possa far piacere a Ratzinger la riscoperta di questo legame storico fra la sua attivita' caritativa e tali pratiche "eretiche" ed eversive.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante questo post sul rapporto tra movimenti religiosi e mutamenti sociali. Ricordo In un post precedente che mi avevi indicato alcuni testi interessanti sugli studi di genere nei primi secoli cristiani. Mi piacerebbe sapere se conoscevi qualche testo che parla della società in generale nei primi secoli cristiani e dell'influenza su di essa causata dai fattori non solo economici e politici ma anche da quelli culturali, filosofici e religiosi. Ho letto al riguardo "Storia della chiesa nella tarda antichità" di Ewa Wipszycka, che però tratta dei secoli dal III al V. Stranamente sembra che non sia stata ancora tradotta in inglese.

Ho visto nelle librerie anche alcune opere di un certo Rodney Stark, sociologo interessato alle influenze da parte delle religioni ai cambiamenti della vita sociale ma dalle recensioni che ho letto sembra che questo sociologo descriva in modo superficiale i fattori religiosi sulle società antiche a causa di scarsi approfondimenti riguardo all'ambito prettamente storico.

Volevo sapere cosa ne pensavi di questi due autori se li avevi letti e se conosci altre opere di storia della società dei primi tre secoli cristiani.

Ciao.
Michele

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Michele,
scusa per il grande ritardo con cui ti rispondo: purtroppo, non e' dipeso dalla mia volonta'.
Hai ragione qunado dici che non ci sono molte cose generali sul rapporto tra cristianesimo e cultura greco-romana nei secoli, per cosi' dire, intermedi (II-III) fra le origini e la tarda antichita'. Molto del lavoro resta ancora da fare e sara' un campo di indagine destinato a crescere nel futuro.
Se vuoi un paio di consigli ti posso suggerire tutto quello che ha scritto Peter Brown (soprattutto il libro sul corpo e quello sui santi), un volume che il mio maestro ha in grande considerazione di Maurice Sachot (e che in italiano e' tradotto con un titolo assai tendenzioso che non ricordo) e infine Between Two Worlds di Christoph Markschies, che non credo esista in traduzione italiana (l'originale e' tedesco).
Se mi chiedi di Stark, devo dire che lessi anni fa il suo The Rise of Christianity con interesse (aveva il merito di importare alcune idee nuove), ma poi piu' niente: anche allora il limite era pero' dovuto al fatto che mancava un'abitudine alla lettura critica delle fonti e una conoscenza approfondita della storia antica.
Un saluto