domenica 18 ottobre 2009

Q e la questione sinottica

Sui rispettivi blog James McGrath e Mark Goodacre hanno in questi giorni discusso uno dei problemi piu' classici dell'intera ricerca sul Nuovo Testamento, la famigerata "questione sinottica".
Poche parole per descrivere questo problema storico che assilla gli studiosi da piu' di duecento anni: tutti voi saprete che, se leggete il Nuovo Testamento, salta all'occhio il fatto che tre dei Vangeli (Matteo, Marco e Luca) presentano una trama e spesso anche dei passi quasi completamente uguali. E' proprio per questa evidente somiglianza che i tre Vangeli sono chiamati "sinottici". Gia' dal Settecento, gli storici che si sono impegnati a scrivere una storia del Nuovo Testamento hanno cercato di capire chi dei tre fosse il piu' antico e quale avesse copiato dagli altri. Alla fine dell'Ottocento, gli studiosi tedeschi hanno proposto una teoria, che viene chiamata "bifontica" e che viene ormai oggi accettata da quasi tutti. Secondo questa teoria, i tre sinottici deriverebbero da due fonti: la prima e' Marco, che quindi sarebbe il piu' antico dei Vangeli e il cui materiale sarebbe stato usato da Matteo e Luca per dare una struttura ai loro racconti. Chiunque si sara' pero' accorto che Marco e' molto piu' corto degli altri due e che Matteo e Luca hanno molti passi quasi del tutto uguali che non possono derivare da Marco. Per risolvere questo problema si e' ipotizzato che esistesse un'altra fonte utilizzata indipendentemente da Matteo e Luca e chiamata Q (il nome deriva dalla parola tedesca "Quelle", che vuole dire appunto "fonte").
Come detto questa spiegazione non ha soddisfatto tutti: in particolare, Goodacre e' forse l'avversario piu' significativo, perche' ha di recente pubblicato un libro ("The Case Against Q") in cui sostiene con molti argomenti una teoria alternativa. Secondo Goodacre, Luca avrebbe avuto davanti sia Marco che Matteo e quindi non ci sarebbe bisogno di pensare all'esistenza di Q. Questa spiegazione ha alcuni pregi, specialmente quello di far capire come mai, in alcuni passi minori, Matteo e Luca vadano d'accordo contro Marco (questo e' il tallone d'Achille della teoria bifontica che presuppone che Matteo e Luca abbiano usato Marco e Q indipendentemente uno dall'altro).
La mia opinione, tuttavia, e' che Goodacre, per risolvere questo problema minore, ne apra pero' altri enormi: soprattutto quello relativo alle due storie sulla nascita di Gesu' che sono completamente diverse in Matteo e Luca. Se Luca aveva davanti a se' il testo di Matteo e' davvero difficile capire come mai abbia deciso di scrivere un racconto che non ha proprio nulla di simile a quello che leggeva nel testo che gli e' servito da base.

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Magari Luca aveva le sue buone ragioni, fatte di interessi politici, potentati di varia natura, lobbies ante litteram. Che ne dice?
Cordialmente, G. Lambertenghi

Anonimo ha detto...

già ci sarebbe da discutere nel definire i tre come sinottici, in the first place, visto che ci sono tante e significative differenze.
Complimenti per il Blog.
Mariangela

Anonimo ha detto...

by the way, i vangeli sinottici sono tali perche' ispirati alla medesima setta di monaci esseni, come sembra confermare l'opera di Epifanio. Bye
Ludwig

Giovanni Bazzana ha detto...

Cara Mariangela, grazie per i complimenti, ma direi che i tre si possono definire sinottici, perche' non solo molti episodi sono uguali nei dettagli, ma si trovano anche nello stesso ordine nei tre testi. Poi, naturalmente ci sono differenze e queste dipendono, come nota anche Lambertenghi, dagli interessi particolari dei singoli. In effetti, tutta una branca della critica studia le "redazioni" di Matteo e di Luca, anche perche' conoscendo cosa i due hanno aggiunto a Marco si puo' sperare di arrivare a ricostruire il testo perduto di Q.

Luca ha detto...

Bazzana ha scritto:
"...un'altra fonte utilizzata indipendentemente da Matteo e Luca e chiamata Q (il nome deriva dalla parola tedesca "Quelle", che vuole dire appunto "fonte")".

Scusa la pignolaggine, ma non è affatto certo che il simbolo Q stia per "Quelle", e non è chiaro nemmeno se sia stato usato per prima in Germania o in Inghilterra: cf. J.J. Schmidt, 3In Search of the Origin of the Siglum Q," JBL 100 (1981):609-611 et R.H. Lightfoot, History and Interpretation in the Gospels, London: Hodder and Stoughton, 1934, p. 27-28 (pensa sia di origine britannica!).

Complimenti per gli argomenti sempre interessanti e per l'ottimo lavoro che fai nel trattarli in maniera accessibile!

un caro saluto

Anonimo ha detto...

Bazza dixit ergo verum est

Bruno ha detto...

Al di là di ogni dogmatismo, credo che la posizione di Lambertenghi sulle differenze nei vangeli cosiddetti sinottici sia la più condivisibile. Complimenti, professor Bazzana, per il tema estremamente interessante. Un saluto

Luca ha detto...

ahahaha...adversus Bazza ne loquitor...

Anonimo ha detto...

Bazza demistificatus et demistificaturus est

Anonimo ha detto...

caro Bazzana,
"naturalmente ci sono differenze" è una affermazione che potrei condividere se i tre vangeli divergessero sul significato di un evento che tutti e tre raccontano nello stesso modo, ma qui invece mi riferisco a differenze che non mi aspetterei di trovare in testi che raccontano la vita di tale illustre personaggio così storicamente vicino. Mi pare che per Matteo, Gesù nasca sotto Erode, per Luca con Quirino come governatore... ci corrono 10 anni!
Se due biografie di Ghandi lo collocassero una nato a Porbandar nel 69 e una a Londra nel 79... qualche domanda... dubbio...
insomma, è veramente "una ricerca su ogni circostanza per farne un resoconto ordinato"?
Mariangela

Anonimo ha detto...

Bazza dixit ergo VERUM est

Giovanni Bazzana ha detto...

Cara Mariangela, credo di non essermi spiegato bene: non intendo dire che i Vangeli possano essere considerati opere storiche o perfino biografie di Gesu' nel senso moderno del termine. I Vangeli sono opere di propaganda e di evangelizzazione e come tali devono essere analizzati: il loro interesse primario non e' raccontare i fatti esattamente come si sono svolti (e infatti non sempre lo fanno), ma proclamare e dimostrare che Gesu' di Nazaret era il Messia e il Figlio di Dio. Tu citi il prologo del Vangelo di Luca, ma e' chiaro che l'autore mette li' questa frase tanto per dare al suo lavoro l'aria storiografica, ma, se si va poi a guardare lo stile, non c'e' nulla nel testo di Tucidide o di Polibio. Per questo motivo, se lo storico vuole usare i Vangeli come fonti storiche deve esercitare il massimo scetticismo nei confronti della loro affidabilita'

Anonimo ha detto...

"Bazza non è dio, Bazza scemo" epigrafe rinvenuta su una lavagna in ardesia, in una IV ginnasio, presso uno scavo archeologico della antica Sondrium.
Paolo

Elijah Six ha detto...

x Mariangela:
Probabilmente anche secondo Luca (come per Matteo) Gesù è nato prima della morte di Erode il Grande (vedi Luca 1:5), anche perché se no difficilmente si può dire (come fa Luca) che Gesù sia morto quando Pilato era prefetto (lo è stato fino al 36 d.C.) se Gesù ha iniziato il suo ministero (durato tra l'1 a 3 anni) a circa 30 anni (vedi Luca 3:23). I conti non tornerebbero se si prendesse come data di nascita di Gesù solo il 6 d.C.
Oltre questo, se con "Ghandi" intendevi il grande profeta della pace Mahatma Gandhi, volevo solo precisare che non mi pare che si scriva "Ghandi".
Sappi infine che se per Gesù il dubbio della sua data di nascita varia di un qualche anno, per Siddhatha Gautama ad esempio varia di secoli (e non sto scherzando), quindi non siamo poi così messi male con Gesù il Nazareno.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Elijah, giudiziosa osservazione, che conferma quanto detto fin qui: l'autore del Vangelo di Luca e' molto confuso perche' non gli interessa affatto fornire una narrazione storica e anche perche', scrivendo a piu' di un secolo di distanza dagli eventi, non ha ne' documenti a cui riferirsi, ne' testimoni oculari a cui chiedere informazioni.

Anonimo ha detto...

Quanto bizantinismo... potrei dire che non ci capisco un'h...
Ludwig

Anonimo ha detto...

Si potrebbe dire che non si capisce un'h...
Ludwig

Elijah Six ha detto...

"L'autore del Vangelo di Luca... scrivendo a piu' di un secolo di distanza dagli eventi..."
Sulla questione del problema sinottico ti do pienamente ragione: la Zweiquellentheorie è quella più plausibile. Ma per quanto riguarda Luca (e Atti), ho idee un po' diverse dalle tue. Sei troppo pessimista per i miei gusti (e anche la datazione che tu dai ai testi di Luca non mi convince - se non sbaglio se per una datazione dopo il 100 d.C.). Non me ne volere, ma io sono più in sintonia con studiosi come Hengel, Roloff, Barrett, Flusser, ecc.
P.S.: Una curiosità. Quanto tu pensi in generale su Luca è in sintonia con il parere di Bovon?

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Elijah,
sono ben consapevole di sostenere una posizone largamente minoritaria, ma scrivero' presto un post per chiarire le mie ragioni.
P.S. Non lo so, ma glielo chiedero'

Anonimo ha detto...

x Elijah
caro, che puntiglio... comunque porgo umili scuse per l'h. Il typing error è considerato degno di gogna?
Luca dice chiaramente che Gesù nasce sotto Quirino... che dire...
Comunque ti è sfuggito il succo della riflessione che volevo proporre: le inconsistenze interne (il famoso discorso è in montagna (matteo) o in pianura(luca)?; il padre nostro?; Quante generazioni ci sono fra Davide e Gesù (matteo vs Luca) e a che pro, visto che Giuseppe poco c'entra?; Cosa risponde Gesù al sommo sacerdote?; Quante donne ci sono in 'sto benedetto sepolcro?) sono molte nei sinottici. Ecco quanto.
M
ps. rileggendo mi rendo conto di aver lasciato qualche minuscola qui e là,,, così posso contare sulla pronta risposta.

Elijah Six ha detto...

"Il succo della riflessione: le inconsistenze interne sono molte nei sinottici." (M)
Ciao,
da un punto di vista storico questo non è in realtà un problema. Gli storici sono infatti abituati a lavorare con fonti differenti in parte contradditorie tra di loro. Il loro compito è proprio quello di ricostruire gli eventi cercando di spiegare queste divergenze.
Le contraddizioni possono essere un problema dal punto di vista teologico, se si crede ad esempio nell'inerranza biblica, ecc. Ma non essendo questo blog interessato a questioni simili (Bazzana si definisce storico, non teologo), non vedo un vero motivo per cui parlarne (nonostante la questione possa essere interessante e tutto).
Vorrei comunque ricordare che anche al giorno d'oggi quando capita un evento i racconti al riguardo fatti da persone differenti possono e sono di norma divergenti (nei dettagli). Perché questo? Semplicemente perché punti di vista differenti, causano differenze di percezione e di rappresentazione. Abbiamo quindi a che fare con un fenomeno normalissimo, molto umano, nulla di straordinario.
Lo psicologo Edward De Bono fa un simpatico esempio al riguardo, cioè quello della casa che è una, e le sue 4 facciate differenti. Se diciamo a 4 persone di descrivere la casa dai loro 4 punti di vista differenti, e ognuno di fronte ad una facciata differente della casa, le descrizioni saranno differenti, nonostante la casa sia una sola. Perché questo? Appunto perché abbiamo 1 solo oggetto, ma ben 4 punti di vista differenti da perspettive diverse su quel singolo oggetto. Questo causa le divergenze. (NB: 4 sono gli Evangelisti, uno solo il tema in questione: Gesù; e io personalmente trovo che i cristiani siano molto, ma molto fortunati a possedere ben 4 punti di vista differenti su Gesù, con le dovute divergenze, e non solo 1. Le presunte contraddizioni sono più un pregio che un difetto. Rendono il quadro più completo e realistico, più pieno e significativo, più vivo e apprezzabile).
P.S.:
L'errore più vistoso è Quirino (e chi è?) al posto di Quirinio. ;D (Sto ovviamente scherzando).

Anonimo ha detto...

ah, che fatica la vita! :-)
sono d'accordo su praticamente tutto. Anche se conosco lo psicologo De Bono per frequentazione personale e lo definirei in altro modo... tenendo anche conto dello stuolo di flautiste delle quali si circonda...

Ma dicevo... mi hai smascherata. E' vero, dal punto di vista storico non c'è problema, infatti mi interessa più il problema teologico, l'inconsistenza della base... Bazzana perdonerà.

Subject change: una cosa che mi irrita molto di DeBono, sono le sue metafore: l'esempio della casa è proprio un classico... esempio.
Gli osservatori possono divergere sulla descrizione di alcuni elementi, proprio il funzione del punto di vista, ma già introducendo dettaglio, le apparenti contraddizioni si appianano (l'osservatore1 vede 4 finestre; l'osservatore2 vede 2 finestre => DRAMMA ma se l'osservatore 1 da EST vede 4 finestre; l'osservatore2 da OVEST vede 2 finestre => OK). Insomma, i quattro osservatori, propriamente descritti, sincronizzati, descriveranno una sola realtà. Se qualcuno esce da nord, gli osservatori NORD, EST, OVEST diranno che vedono qualcuno uscire, SUD dirà che non ha visto nessuno, ma noi non ci stupiremo, vero? E poi un sepolcro ha una entrata sola! ;-) Insomma, la metafora la odio, imprecisa, "facile", illusoria (e così il seguace di Edward crede di avere un grasp privilegiato sulla realtà)...
Conosci la metafora della tipa e dei sassolini con cui presenta il lateral thinking?
wishes
M

Giovanni Bazzana ha detto...

Per favore, il blog e' stato pensato come un playground in cui potessi dire qualcosa senza troppo curarmi della pignolaggine accademica. Non esageriamo con la precisione, altrimenti saro' costretto a rimpiangere il paludato mondo dell'accademia.
A proposito dell'immagine della casa, mi sembra ci siano due osservazioni da fare:
1. Perche' solo 4 punti di vista? Spero che questo non voglia dire che solo i Vangeli canonici sono in grando di dirci qualcosa sul Gesu' storico: per parte mia, penso che si debba tenere conto almeno anche del Vangelo di Tommaso (e Q?) e anche di qualcosa d'altro.
2. Sono d'accordo con Mariangela nel trovare l'immagine della casa un po' troppo "facile": in fondo implica che gia' sappiamo cos'e' l'oggetto che i 4 osservatori vedono da prospettive diverse (una casa appunto). In realta', nel caso del Gesu' storico abbiamo 4 osservatori che hanno visto 4 entita' di natura diversa (per esempio, uno a visto una casa, un altro un albero, un altro camion e l'ultimo un ippogrifo). Che facciamo?

Elijah Six ha detto...

"Che facciamo?"
Tirerei in ballo la famosa storia ittita dell'elefante coperto... :D Non tutti condividono infatti o sono in sintonia con la logica aristotelica (soprattutto in Oriente).
Ma siamo leggermente fuori tema (come anche M e la sua domanda) e non voglio tediarti più di quel tanto.
Per questo vedrò di fare un po' più lo spettatore passivo e meno il "rompiscatole".
Ciao ;)

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Elijah,
non irritarti. Non c'e' stata nessuna rottura di scatole: anzi, mi fa piacere un po' di interazione. La conoscenza non cresce senza scambio di ragioni.