venerdì 3 settembre 2010

La trasmissione del Vangelo di Tommaso


Oggi ho iniziato il corso su Tommaso con una breve lezione introduttiva su alcuni dati fondamentali relativi al Vangelo. Leggendo alcune pubblicazioni recenti, sono stato colpito da una riflessione di Uwe-Karsten Plisch, contenuta nel commento che lo studioso tedesco ha recentemente dedicato a Tommaso. Secondo Plisch, la situazione testuale del Vangelo rende difficile azzardare ogni ipotesi sul modo e sui tempi in cui si e' formata la collezione di detti di Gesu' che viene attribuita a Tommaso. In effetti, noi possediamo solo un manoscritto completo (e per di piu' in copto) del Vangelo: e' ben noto che il codice in questione, ritrovato fra quelli di Nag Hammadi, risale al IV secolo, mentre abbiamo anche tre frammenti greci, provenienti da Ossirinco (1, 654 e 655), che invece sono tutti datati fra la fine del II e il III secolo. E' importante ricordare che i tre papiri, oltre ad essere frammentari e a non coprire piu' del 15% del Vangelo, presentano anche delle notevoli differenze rispetto al testo copto (ad esempio, in POxy 1, troviamo i detti 26-33 e in mezzo il 77!). Su queste basi, e' assai pericoloso assumere senza discussioni, come fanno quasi tutti, che il testo di Nag Hammadi sia "originale" oppure speculare su eventuali addizioni o sottrazioni rispetto ad un nucleo "originale" di Tommaso.
Come dicevo, trovo le osservazioni di Plisch assai giudiziose e opportune, soprattutto in questo campo di studi in cui sono state elaborate molte ipotesi ardite. Tuttavia, non sono cosi' convinto della distinzione che Plisch introduce fra Tommaso e i vangeli canonici, come se il testo di questi ultimi fosse poggiasse su una base molto piu' solida e affidabile. Questo e' certamente vero per il periodo da IV secolo in poi, quando i quattro canonici sono copiati numerose volte, mentre Tommaso, un po' da se' e un po' con l'aiuto degli "ortodossi", viene a sparire. Il periodo precedente, pero', presenta problemi e analogie fra Tommaso e gli altri. Basta fare il solo esempio del Vangelo di Marco: ci sono molte copie di Marco, ma per il periodo precedente il IV secolo abbiamo solo P45, un papiro che, tra l'altro, contiene solo 6 capitoli del Vangelo. Si puo' ben vedere come questo sia problematico dal momento che Marco presenta non pochi problemi testuali (si pensi solo alla conclusione) o che il testo puo' benissimo non avere avuto sempre la forma che conosciamo oggi (se si accetta la testimonianza del cosiddetto "Vangelo segreto di Marco").

2 commenti:

Il Censore ha detto...

Articolo molto interessante.

Una piccola curiosità. Seguendo la lezione di Martin e le opinioni di Ehrman, ho l'impressione che trovare un carattere comune a tutti i detti sia un po' difficile: mentre alcuni sembrano poter avere una chiave di lettura gnostica, altri non lo sono per nulla. I detti "mancanti" da P. Oxy. 1, quelli da 34 a 76, hanno un carattere comune? Magari i detti "mancanti" potrebbero essere solo quelli con chiave di lettura "gnostica", cosa che indicherebbe un'interpolazione successiva alla composizione originale della raccolta.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Censore,
grazie per la precisa osservazione, ma devo scusarmi: nel post mi sono espresso male. In effetti, in POxy 1.1 il logion 77 e' collocato (fuori dal suo posto secondo la versione copta) fra 30 e 31. Ci sono dei motivi molto evidenti per questa collocazione: il logion 30 parla della presenza di Gesu' e cosi' fa anche il 77 a proposito del regno (che sarebbe gia' ovunque, solo difficile da individuare per chi non ha occhi per vederlo). In base a questa osservazione si potrebbe pensare che POxy 1 sia una versione secondaria, che ha voluto raggruppare i logia secondo criteri piu' "razionali" di quelli che si trovano nel Tommaso copto.