giovedì 4 febbraio 2010

La traduzione di Giovanni 1:1-2

Le traduzioni, non solo quelle dei libri biblici, hanno le loro motivazioni ed e' bene conoscerle quando le si prende in mano. Oggi, leggendo in classe il primo capitolo del Vangelo di Giovanni, mi sono accorto di una difficolta' che non avevo mai notato, ma che, proprio per questo motivo, mi pare tanto piu' importante.
Penso che molti ricordino anche a memoria il famoso incipit del Vangelo, che richiama anche quello, altrettanto famoso, del libro della Genesi: "In principio era il logos, il logos era presso Dio e il logos era Dio". Questo primo versetto non presenta particolari difficolta' sintattiche o grammaticali: l'unico problema puo' essere il trovare una controparte adatta per il termine logos, che e' particolarmente ricco di significati in greco e per il quale quasi tutte le lingue moderne hanno deciso di scegliere "parola" (per esempio, "word" in inglese e "parole" in francese). Il problema interessante si incontra quando si comincia a leggere il versetto 2 ("Egli era, in principio, presso Dio"): il primo termine greco e' un pronome maschile (outos) che del tutto naturalmente si richiama al maschile logos del verbo precedente. In inglese sorge una piccola difficolta', perche' "word" sarebbe neutro e quindi il pronome dovrebbe essere tradotto con il neutro "it": siccome tuttavia si ritiene che il logos sia Gesu' (attenzione, pero', che Giovanni non dice mai esplicitamente questa cosa), non pare bello renderlo neutro e allora tutti introducono un maschile ("he") che non ha nessun fondamento.
La questione si fa piu' complicata nelle lingue in cui, come il francese o l'italiano, "parola" e' di genere femminile: bisognerebbe mettere un pronome femminile e (orrore!) questo potrebbe indurre a pensare che Gesu' avesse in se' qualcosa di simile a una donna prima di incarnarsi. Alcune traduzioni francesi hanno affrontato coraggiosamente il problema, mentre la versione della CEI ha vigliaccamente ripreso, anche nell'ultima edizione, il vecchio "Verbo". Credo che la motivazione che ha indotto a rimanere attaccati a tale tradizione possa essere solo quella di evitare ogni "contaminazione" femminile, perche' di sicuro "Verbo" non e' chiaro (sfido chiunque non abbia avuta inculcata una spiegazione fin da bambino a catechismo a capire cosa vuol dire che "in principio era la parte del discorso che indica un'azione o uno stato in riferimento ad un soggetto") e non dimostra una particolare fedelta' alla Vulgata latina (quando Gerolamo ha tradotto usando "verbum" intendeva semplicemente "parola").

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