sabato 6 febbraio 2010

La rilevanza del Gesu' apocalittico

Da qualche giorno, sui blog biblici si discute abbastanza animatamente di un brevissimo articolo di Helen Bond dedicato alla rilevanza che avrebbe per il nostro mondo contemporaneo la figura di un Gesu' tutto preso dall'attesa della fine del mondo. Fino ad oggi, essendo stato molto occupato con le varie attivita' della scuola, non avevo avuto tempo nemmeno di leggere con calma il contributo di Bond, ma adesso mi pare giusto formulare qualche riflessione in merito.
Nel 1906 Albert Schweitzer, destinato poi a divenire famoso come filantropo, pubblico' un libro ("La storia della ricerca sulla vita di Gesu'") destinato a cambiare il modo di avvicinarsi al Gesu' storico: con questo volume Schweitzer metteva fine al periodo cosiddetto "liberale", nel quale Gesu' era inteso come un semplice maestro di etica, per sostenere che il Nazareno doveva essere pensato nel suo tempo, un periodo caratterizzato da una quasi fanatica attesa della vendetta divina contro tutte le ingiustizie e della fine del mondo. Da allora, la proposta di Schweitzer non ha piu' abbandonato la ricerca sul Gesu' storico e bisogna in effetti dire che negli ultimi tempi ha preso ancora piu' forza.
Bond evita ogni equivoco positivista e nota che ogni Gesu' storico e' lo specchio dei tempi in cui viene prodotto. Questo lo diceva gia' Schweitzer quando criticava gli studiosi che lo avevano preceduto per aver creato un Gesu' maestro di morale che andava benissimo all'Europa raffinata e imperialista di fine Ottocento: lo stesso vale anche per il Jesus Seminar che negli anni '80 diede vita al tanto vituperato Gesu' "cinico" (i membri cercavano un Nazareno non apocalittico per opporlo all'uso folle che veniva fatto da Reagan e seguaci delle attese escatologiche cristiane: purtroppo hanno fallito e gli esiti negativi sono sotto gli occhi di tutti). Secondo Bond, in conclusione, l'interesse di oggi per il Gesu' apocalittico dipenderebbe dal fatto che viviamo immersi in un contesto in cui la paura della distruzione del pianeta, soprattutto per lo scempio sconsiderato che si va facendo delle risorse naturali, e' all'ordine del giorno (e viene continuamente enfatizzata dalla televisione e dagli altri mezzi di comunicazione). Questa e' senz'altro una buona chiave di lettura, ma vale soprattutto per la nostra societa' occidentale, che in effetti puo' permettersi di nutrire queste preoccupazioni: comunque, ci sono anche studiosi che vengono da retroterra diversi (si pensi per esempio a chi si occupa di teologia della liberazione) e sono interessati al Gesu' apocalittico per altri motivi. In questo caso direi che il Gesu' apocalittico continua a rappresentare la speranza di un intervento di Dio che ponga fine alle ingiustizie del mondo e ricompensi finalmente coloro che soffrono.

2 commenti:

Joh ha detto...

Sono in disaccordo con Bond e d'accordo invece con te. La speranza di chi soffre e i problemi di un mondo ingiusto: è rispetto a queste cose - e non a quelle che dice Bond - che è possibile argomentare l'attualità del Gesù apocalittico.

JW

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro JW,
grazie del sostegno: pero' vorrei dire che, secondo me, le due prospettive non si escludono. Cosi' come ci sono tanti Gesu' storici diversi a seconda delle opzioni di fondo dei diversi osservatori, allo stesso modo ci sono fascinazioni di diverso tipo a seconda delle situazioni diverse di chi si lascia affascinare dalla figura del Gesu' storico.