lunedì 4 gennaio 2010

La stele di Eliodoro e i problemi dell'archeologia


Mi devo scusare per il silenzio durato alcuni giorni, ma mi sono trasferito in vacanza in montagna e ho dovuto impiegare un po' di tempo a mettere in funzione un collegamento internet se non perfetto almeno funzionante in maniera sufficiente da scrivere qualcosa.
Tanto per cambiare, vale la pena di parlare di qualcosa che non ha niente a che fare con il cristianesimo e il Nuovo Testamento. Una delle scoperte piu' interessanti dell'archeologia biblica negli ultimi anni e' stata la cosiddetta "stele di Eliodoro" (la potete vedere nella foto qui a fianco), comparsa al Museo di Israele in Gerusalemme un po' di tempo fa: in questa stele e' riportato in greco il testo di un decreto con cui il re di Siria Seleuco conferisce a Eliodoro l'incarico di ispezionare e regolamentare i templi del regno nell'anno 178 a.e.v.
L'importanza di questo pezzo per gli studiosi della Bibbia consiste nel fatto che l'Eliodoro menzionato nella stele compare anche nel Secondo libro dei Maccabei (capitolo 3), dove si racconta che egli, su ordine del re Seleuco, avrebbe cercato di impadronirsi del tesoro del Tempio di Gerusalemme. Dio avrebbe protetto i suoi "beni" inviando un cavaliere e due giovani vestiti d'oro che avrebbero percosso Eliodoro riducendolo in fin di vita. La storia e' molto bella e, come tale, e' un tema favorito di pittori e artisti (su tutti forse spicca il modo in cui Raffaello ha reso l'episodio in una delle Stanze vaticane), anche perche' le chiese hanno sempre gradito veder rappresentata una vicenda in cui i loro tesori sono difesi in modo tanto inequivocabile. La domanda e' sempre stata: quanta verita' storica c'e' in questo racconto? La stele da' una risposta molto chiara: Eliodoro e la sua missione sono storicamente verificabili.
Ovviamente, la vicenda non e' cosi' semplice. Prima ho scritto che la stele "e' comparsa", perche' non si sa bene da dove venga: un filantropo israeliano l'ha acquistata da un non meglio precisato collezionista e poi l'ha data in "prestito permanente" al Museo di Gerusalemme. Alcuni mesi fa sono spuntati da uno scavo ufficiale altri tre pezzi della stele e quindi si e' capito che il reperto e' frutto di un furto e del saccheggio di un sito archeologico. Di regola, nell'archeologia moderna, quando i reperti hanno questa provenienza sospetta non li si prende nemmeno in considerazione, ma in questo caso si dice che l'importanza storica e' troppo grande per fare lo stesso (si consideri anche che lo Stato d'Israele attribuisce una grande importanza retorica alla storia della rivolta maccabaica). Per quanto mi riguarda, gli eventi dimostrano una volta di piu' che l'archeologia non e' affatto una scienza esatta, ma, come il resto della ricerca storica, deve fare i conti con i problemi della politica, dell'etica e delle altre condizioni culturali.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per la bella divagazione, che mi ha distratto un poco dopo una serata di intensa meditazione e preghiere. La storia di Eliodoro ricorda a tutti i noi che non solo la Chiesa non va spogliata dei suoi tesori materiali, ma anche di quelli spirituali, prima fra tutti la sola Verità che ci accompagna e ci indica la strada lungo il gioioso cammino della vita. don Eusebio

Anonimo ha detto...

Caro Bazzana,
mi preme evidenziare un fatto: le concordanze archeologiche sono lungi dal confermare un qualsivoglia evento biblico come storico. Semmai, le discordanze (che abbondano nei vangeli come abbiamo visto) possono destituire di fondamento un racconto, ma il viceversa non vale. Se no, ogni romanzo storico ben ambientato dovrebbe essere considerato verità.
Caro Don Eusebio, non resisto più. Da un lato lei mi pare un asceta a cui Gautama fa un baffo, dall’altro pare attaccato alla materia più del cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri. Volendo continuare a vivere in un mito mediorientale di 2000 anni fa, almeno lo si faccia con coerenza. Cristo, a mio parere, mai ha pensato di fondare una chiesa (se citiamo la “Pietra” allora citiamo anche come subito dopo Gesù abbia definito “satanico” l’appena investito fondatore), sicuramente non come soggetto politico e con portafoglio.
Wishes
QSS

Anonimo ha detto...

La coerenza è negli occhi di guarda, caro QSS. Lascerei riposare in pace il cardinal Gasparri, tributandogli il rispetto umano che ogni figlio di Dio merita e che ogni dottrina pretende, anche quelle più "mitiche". Quanto a me, sono solo un umile parroco di campagna che nelle sue preghiera da oggi penserà anche a lei e al suo, ancora lungo, percorso di Fede.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro don Eusebio,
come sempre sono molto contento di averle offerto un momento di divagazione.

Caro QSS,
non mi e' del tutto chiaro cosa intendi quando ti riferisci a "eventi biblici": per me, bisogna fare una distinzione fra quelli naturali e quelli soprannaturali.
Per quanto riguarda i primi, la Bibbia ne racconta molti che non hanno, per ora, riscontro in fonti esterne e indipendenti (questo vale, per esempio, per l'esistenza di Salomone o di altri personaggi anche piu' antichi): quando si scopre un reperto come la stele di Eliodoro citata sopra, questo costituisce la prova che ci permette di affermare con una buona sicurezza che in effetti un personaggio chiamato Eliodoro e' esistito e ha ricevuto certi incarichi (del tutto comuni al tempo) dal re.
Altro discorso per quanto riguarda gli eventi soprannaturali: per esempio, il fatto che Eliodoro sia stato colpito, una volta entrato nel Tempio, da un cavaliere e da due giovani fustigatori inviati da Dio non potra' mai essere ne' provato ne' confutato con gli strumenti della ricerca storica.
In questa prospettiva, non capisco molto bene il tuo riferimento al romanzo storico: se prendiamo come esempio i Promessi Sposi, in questo romanzo ci sono personaggi di cui possiamo confermare la storicita' attraverso il confronto con fonti indipendenti e altri inventati da Manzoni di cui non troveremo mai una conferma esterna.
Grazie per l'interessante osservazione.

Anonimo ha detto...

Caro Bazzana,
la mia osservazione si riduce a questo:
la conferma della storicità di un particolare (persona, fatto, accadimento) riportato da un TestoA, dovuta alla scoperta di reperti, altri testi, steli, paletti e mummie, conferma solo che chi ha redatto il TestoA ha, in relazione a quel particolare, riportato fatti realmente accaduti: in nessun modo conferma la storicità del TestoA nella sua interezza.
É diffuso l’atteggiamento “guarda! Eliodoro è veramente esistito e si è trovata la casa di Pietro (cosa sulla quale avrei da ridire), allora tutto quello che sta scritto nella Bibbia è vero”.
Questo è da combattere, per il resto concordo con lei.
Wishes
QSS

Ps. L’esempio dei promessi sposi calza a pennello: l’esistenza di Federigo Borromeo non prova l’esistenza di Lucia.

Anonimo ha detto...

Caro QSS,
parole sante (se mi permetti il gioco di parole).
Lucio