martedì 29 dicembre 2009

Cristianesimo e anti-semitismo

Alcuni giorni fa ha suscitato un po' di discussioni un annuncio del Vaticano sulle cause di beatificazione "congiunte" di Pio XII e Giovanni Paolo II: come nel caso di Pio IX e Giovanni XXIII, molti hanno suggerito che l'idea di unire i due processi fosse dettata dall'esigenza di "far passare" piu' facilmente un santo politicamente problematico unendolo con uno politicamente molto piu' accettabile. Non so se questa interpretazione sia corretta e non ho elementi per giudicare nel merito, ma ho notato sul blog del vaticanista Luigi Accattoli un richiamo ad un suo articolo nel quale il giornalista osserva con arguzia che "solo il mondo ebraico riesce a far correre il Vaticano, uso di suo alla piu' grande flemma". In effetti, in risposta alle proteste di esponenti delle comunita' ebraiche, subito dopo l'annuncio ufficiale, il portavoce della Santa Sede, Lombardi, si e' affrettato ad assicurare tutti che le due santificazioni non procederanno con lo stesso passo.
L'osservazione di Accattoli e' molto penetrante perche' fa intendere come il Vaticano (che ormai da alcuni secoli opera eminentemente come un soggetto politico) abbia cambiato la sua strategia: adesso che gli ebrei, dopo aver sempre preso botte in testa (questo e' un vero eufemismo), hanno deciso di reagire e di avere anche loro un peso politico, Roma si affretta a dar loro assicurazioni. Non vale nemmeno la pena di chiedersi se lo stesso si farebbe nei confronti dei Testimoni di Geova o degli zingari.
La politica, tuttavia, mi interessa relativamente: vorrei, invece, fare una breve riflessione sull'anti-giudaismo cristiano e sul suo rapporto con l'anti-semitismo. L'ostilita' cristiana nei confronti del giudaismo ha radici molto antiche, che si spingono forse fino al Nuovo Testamento: una certa interpretazione di Paolo, che e' stata dominante fino ad alcuni decenni fa, conduce a pensare che il cristianesimo sia l'unico e vero erede dell'Israele antico. Praticamente tutti i Padri della chiesa intendono il cristianesimo come Verus Israel, il "vero Israele", mentre gli ebrei non sarebbero altro che degli impostori, ostinati e maligni nel non riconoscere la falsita' della loro religione. Va notato che, in questo modo, l'anti-giudaismo fa un salto di qualita' rispetto a quello dei Romani (per loro si trattava di una forma di xenofobia che coinvolgeva tutti gli stranieri dai celti fino agli egiziani): per i teologi cristiani il giudaismo come religione, dopo l'avvento di Cristo, non ha piu' diritto ad esistere. Di qui a farne cessare l'esistenza con ogni mezzo, lecito o no, il passo e' breve, ma la conseguenza piu' grave e' che queste idee, ripetute per secoli, hanno preparato un bel terreno fertile per l'anti-semitismo razzista e genocida dei tempi moderni. Oggi, questa ultima variante pare ormai riconosciuta dalla maggioranza come una follia pericolosa e da rifuggire in ogni modo, ma le varie teologie cristiane incontrano ancora difficolta' non piccole nell'ammettere che il popolo ebraico sia legittimo erede delle promesse e dell'Alleanza del Primo Testamento.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Buon Anno Professore !
Vorrei citarLe un aneddoto personale (se me lo permette) per dire come l'idea antisemitica fosse radicata ai tempi della mia infanzia...
" Dopo una marachella cercavo di riappacificarmi con mia nonna la quale mi insultava dicendomi : "Vattene da me piccola giudea". Per anni anch'io ho creduto che gli ebrei fossero persone capaci di tutto il male possibile. Solo dopo molto tempo ho capito come la mia religione cattolica possa tramandare anche idee/concetti errati.
Grazie per la Sua competenza che ci aiuta a capire meglio come stanno le cose. Saluti . G.Nicora

Anonimo ha detto...

Caro Bazza grazie per la tua riflessione. Sono stata in Israele con Don Battista l'anno scorso e una delle cose che mi ha segnato in questa esperienza così ricca è cosa si prova ad essere cristiano nella parte ebraica di Gerusalemme...cosa mi dici tu che hai trascorso più tempo e vissuto in modo diverso la tua permanenza rispetto al mio fugace passaggio? e che mi dici della frase posta sugli archi di ingresso dello Yad Vashem?Grazie un saluto patrizia z

Giovanni Bazzana ha detto...

Cara G.Nicora,
grazie del bellissimo commento che vale di piu' di molti studi: per favore, diamoci del tu perche' altrimenti mi sento imbarazzato.

Cara Patrizia,
grazie anche a te e che bello sentirti!
In effetti, Israele e' un posto molto diverso, perche' li' uno sperimenta cosa vuol dire essere minoranza (anche se gli israeliani li' sono molto piu' corretti di quanto siamo stati noi cristiani con gli ebrei).
Comunque, secondo me, la lezione da imparare (ma non ancora imparata bene, a quanto pare) dovrebbe essere abituarsi a non ripetere gli stessi errori commessi con gli ebrei, ma come sai bene sembra che li ripetiamo tutti i giorni con i deboli di oggi (zingari, immigrati vari ...).