giovedì 17 dicembre 2009

Dove sono finiti gli uomini di buona volonta'

Mi scuso per il silenzio insolitamente lungo, ma sono stato colpito dalla tanto temuta influenza suina (che pero' qui si chiama H1N1), che mi ha impedito di scrivere (in effetti, anche di pensare coerentemente) per gli ultimi due giorni.
Nel frattempo, dato anche il clima natalizio, ho avuto modo di ripensare a un paio di questioni legate ai racconti evangelici della nativita' di Gesu': in questo periodo se ne parla molto e spesso queste due storie di Matteo e di Luca richiamano alla mente piacevoli ricordi del passato. Uno dei passi piu' famosi, anche al di fuori della lettura del racconto di Luca, e' il breve inno cantato dagli angeli dopo aver annunciato la nascita di Gesu' ai pastori (Lc 2:14). Di solito, le parole dell'inno si trovano scritte su quelle bandierine (io le ho sempre nella memoria azzurre con le lettere d'oro, non saprei dire perche') che gli angeli dei presepi stendono sopra le grotte o le capanne in cui sta la Sacra Famiglia.
Ovviamente, la traduzione di questa breve frase e' un problema. Il testo greco di Luca promette pace en anthropois eudokias, vale a dire "agli uomini dell'eudokia": questo ultimo termine non esiste nel greco classico, ma viene creato dai traduttori greci della Bibbia ebraica per indicare qualcosa che si potrebbe tradurre come "buona opinione, benevolenza, o anche amore". Fin qui non molti problemi, ma la questione si fa complicata quando, come si dice tecnicamente, bisogna decidere se il genitivo e' soggettivo o oggettivo. Gerolamo, scrivendo la Vulgata, scelse la seconda possibilita', cioe' che la pace era per gli uomini "che hanno l'eudokia" e infatti la sua famosa traduzione e' homines bonae voluntatis. Molti si immagineranno le ultime parole della frase sulle bandierine azzurre come "... e pace in terra agli uomini di buona volonta'".
Pero', se si guarda la traduzione italiana della CEI (sia la vecchia che quella nuova), si vedra' che la versione suona diversa ("... e sulla terra pace agli uomini, che egli ama"), perche' i traduttori hanno scelto il genitivo soggettivo ("gli uomini che sono identificati dalla eudokia di Dio"). Per alcuni questa novita' stride un po' (mia madre, per esempio, si e' sempre lamentata del cambiamento), ma ha due ragioni (la prima buona, la seconda un po' meno): anzitutto, un'espressione molto simile si trova in molti documenti di Qumran e li' si tratta chiaramente di un genitivo soggettivo. In secondo luogo, se si traduce "uomini di buona volonta'" si crea un bel problema teologico: Dio manda la sua pace solo se gli uomini hanno fatto qualcosa per meritarsela?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anche qui si chiama H1N1. Auguri di pronta e completa guarigione
BRUNO