martedì 10 novembre 2009

L'Apocalisse di Pietro a Nag Hammadi

Nella lezione apocalittica di oggi abbiamo letto alcune apocalissi che vengono dalla famosa biblioteca di testi copti scoperta a Nag Hammadi negli anni '40. Questi testi sono molto strani e hanno creato non pochi problemi agli studiosi: oggi notavamo un particolare piuttosto curioso che la dice lunga su certe rigidita' degli accademici. Tutti si sono sempre abituati a pensare alle "apocalissi" riferendosi a quelle canoniche, soprattutto il Libro di Daniele e l'Apocalisse di Giovanni, in cui si leggono lunghe predizioni sull'andamento futuro della storia. Queste rassegne "storiche" sono pero' totalmente assenti dai testi di Nag Hammadi, anche se questi ultimi sono gli unici ad avere gia' nei manoscritti antichi il titolo esplicito di "apocalisse". Gli studiosi, per non abbandonare le loro vacchie categorie, ne hanno inventata una nuova, il "discorso di rivelazione". Cosi', adesso, chiamiamo discorsi di rivelazione quei testi che nei manoscritti sono "apocalissi" e invece chiamiamo "apocalissi" quesi testi che nei manoscritti hanno altri titoli. Un gran caos a cui si sta cominciando a rimediare solo ora.
Vorrei dire un paio di parole su una delle apocalissi di Nag Hammadi, l'Apocalisse di Pietro: qui Pietro riceve da Gesu' una lunga rivelazione nella quale Gesu' insegna al suo apostolo a vedere e sentire la realta' spirituale oltre le apparenze materiali. Il testo e' a tratti assai bello quando gioca su questo scambio di percezioni, ma l'immagine piu' famosa appare verso la fine, quando Gesu' viene crocifisso e Pietro, accanto alla crocefissione vera e propria, vede un Gesu' vivente che, da un albero, ride di coloro che lo mettono a morte.
Quasi tutti gli studiosi vedono qui un esempio del dualismo gnostico che oppone la materia cattiva allo spirito buono: in realta' non c'e' alcun accenno al fatto che la materia o il corpo siano cattivi, solo incompleti e incapaci di comprendere lo spirito, come gli aguzzini che vogliono far soffrire Gesu', ma non riescono perche' lui sta su un piano infinitamente superiore. Il problema e' che molti si ostinano a leggere i testi di Nag Hammadi con gli occhiali prestati da Ireneo e dagli altri scrittori dell'antichita' il cui unico interesse era quello di mettere in cattiva luce i cosiddetti "gnostici". In realta', guardando bene, si vede che il Gesu' dell'Apocalisse di Pietro non e' diverso da molti martiri che sono descritti in testi "non gnostici": per esempio, Policarpo dimostra tanta fermezza, quando viene messo al rogo, che chiede lui stesso di non essere inchiodato e le fiamme, che dovrebbero bruciarlo, si allargano come una vela attorno al suo corpo che rimane intatto.

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