domenica 1 novembre 2009

Beate le sterili


Due giorni fa ho ascoltato una conferenza di Tania Oldenhage dal titolo "Blessed are the Barren. Birth and Catastrophe in the Passion Narrative - Beate le sterili. Nascita e catastrofe nei racconti della Passione". Oldenhage e' una teologa dell'universita' di Basilea che quest'anno lavora, con una borsa di studio, presso il nostro centro per lo studio delle donne nelle religioni.
Oldenhage ha preso in considerazione l'interpretazione di una pericope a cui stranamente pochi studiosi hanno finora prestato attenzione: si tratta di Lc 23:27-30, un passo in cui Gesu' si rivolge alle donne di Gerusalemme, che piangono per la sua condanna, e predice loro un tempo di sofferenze cosi' grandi che si arrivera' a dire "Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato". Il passo e' senz'altro difficile da interpretare anche per il peso di questa immagine tanto atroce, ma Oldenhage ha messo in luce come l'esegesi sia rimasta, anche negli ultimi decenni, legata ai vecchi temi dell'anti-giudaismo. Per esempio, ancora nel 1963(!), un interprete svizzero poteva scrivere che le donne rappresentano Gerusalemme e il giudaismo che saranno puniti con la distruzione della citta' nel 70 e.v.: come gli ebrei sono orgogliosi delle opere della Legge cosi' le donne sarebbero troppo fiere dell'essere madri!
Qualche passo avanti e' stato fatto dalle studiose femministe che hanno letto la beatitudine delle sterili non in senso polemico, ma in senso positivo: le donne senza figli sarebbero beate, perche' questa condizione le libererebbe dal peso dei rapporti famigliari patriarcali e le metterebbe in condizione di seguire liberamente la via del Vangelo. Questa interpretazione supera certamente il problema dell'anti-giudaismo, ma mi sembra poco coerente con il contesto di sofferenza e dolore in cui la beatitudine e' inserita.
Oldenhage ha proposto una lettura alternativa paragonando la situazione delle donne di Gerusalemme a quella di altre donne che sono passate attraverso un'esperienza catastrofica e distruttiva, come la persecuzione nazista contro gli ebrei. Molti racconti dei superstiti (in particolare, Oldenhage ha citato brani di Charlotte Delbo) testimoniano come l'estrema oppressione conduca allo stravolgimento di tutte le relazioni naturali, perfino quella che lega le madri ai loro figli. E' a una catastrofe di questo genere che fa riferimento il passo di Luca e con la beatitudine Gesu' associa alla propria Passione le sofferenze sperimentate dalle madri lungo tutta la storia dell'umanita'.

Nessun commento: