martedì 27 ottobre 2009

Lezione apocalittica sulla storia dell'Anticristo



Un caro amico, e grande studioso di letteratura cristiana antica, il prof. Marco Rizzi della Cattolica di Milano e' passato a trovarci diretto a Filadelfia dove deve partecipare ad un convegno. Ne ho approfittato per fargli tenere agli studenti del mio corso apocalittico una lezione sulla figura dell'Anticristo e sulla sua "creazione" da parte dei Padri della Chiesa. Rizzi ha studiato a lungo questo essere cosi' importante nell'immaginario cristiano e alcuni anni fa ha iniziato, con Gianluca Podesta', la pubblicazione, per i tipi della Lorenzo Valla, di una raccolta di testi nei quali si vede l'evoluzione dell'Anticristo dall'antichita' fino all'epoca tardo medievale.
Rizzi sostiene un'interessante testi, in netta controtendenza rispetto alla maggioranza degli studiosi delle origini cristiane: per lui, l'Anticristo, come nemico "finale" dei cristiani, e' una creazione della fine del secondo secolo. In effetti, nel Nuovo Testamento il termine Anticristo non e' mai usato per indicare l'avversario escatologico, nemmeno nell'Apocalisse di Giovanni in riferimento alla bestia del capitolo 13. Solo nella Prima lettera di Giovanni troviamo il greco antichristos, ma Rizzi spiega molto bene che in 2:18-22 gli "anticristi" non hanno alcun significato escatologico, ma sono solo usati per indicare gli oppositori dell'autore della lettera.
L'Anticristo diventa quello che conosciamo solo nel quinto libro dello scritto Contro le eresie di Ireneo di Lione: questo vescovo da' una sistemazione della dottrina escatologica cristiana con tempi e modi ben stabiliti, con l'evidente intento di associare la minaccia dell'Anticristo a quelli che lui considera eretici (gnostici, marcioniti, ebrei e via dicendo). La cosa non e' affatto difficile da credere perche' Ireneo fu una figura fondamentale, capace di creare elementi che poi sarebbero rimasti fondamentali per il cristianesimo: ad esempio, l'idea della "successione apostolica", per cui la vera dottrina sarebbe stata trasmessa da Cristo agli apostoli e da loro ai vescovi con una purezza originaria che gli eretici sarebbero venuti a contaminare solo in un secondo momento.
Rizzi ha concluso ricordando come, dopo Ireneo, l'Anticristo sia rimasto una figura ineliminabile, associato ai personaggi piu' vari (papi, imperatori, Lutero, aziende di computer...) quando si voleva metterli in cattiva luce o spesso anche per giustificare violenze di ogni genere, intellettuali e anche fisiche. Non e' molto bello constatare che, nella polemica non solo religiosa, l'uso di affibbiare designazioni "ereticali" di questo tipo sia rimasto ancora ben vivo, quando si pensa che sia meglio far fuori un avversario senza rischiare un vero confronto o una vera discussione.

6 commenti:

Bruno ha detto...

Tesi interessante a anticonformista, a quanto pare. Mi fa piacere, perché mette in discussione teorie radicate. Il progresso, nella ricerca come nel resto delle cose, sta proprio nella capacità di guardare al di là di quello che si ritiene essere inconfutabile.

Anonimo ha detto...

Ma non si potrebbe interpretare la posizione degli studiosi post Ireneo come una parziale recrudescenza delle teorie neoplatoniche tanto in voga a quei tempi? E, ancora, il cosiddetto vangelo apocrifo di Tomaso, come confermato dalla scoperta dei codici di Nag Hammadi, potrebbe dare l'interpretazione definitiva sulla veridicità della tradizione gnostica anche, e soprattutto, in merito al dibattito sulla storicità dell'Anticristo? Thanks
Ludwig

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Ludwig,
non capisco cosa intendi quando dici che il Vangelo di Tommaso potrebbe dare l'interpretazione definitiva in merito al dibattito sulla storicita' dell'Anticristo. Non mi sembra di ricordare alcuna menzione dell'Anticristo in quel testo.

Luca ha detto...

Infatti. E poi oggi sono sempre meno gli studiosi che definiscono "gnostico" il vangelo di Nag Hammadi...

Luca ha detto...

Tesi interessante e meritevole di grande attenzione quella del prof Rizzi: mi ricorda uno studio che lessi tempo fa sull'evoluzione del personaggio "Satana" nella Bibbia ebraica e nel NT.

Anonimo ha detto...

A mio modesto parere il vangelo contenuto nei rotoli di Nag Hammadi deve molto alla tradizione gnostica, tanto più che grazie a questa scoperta gli studiosi hanno riscontrato la presenza di frammenti di questi testi nei manoscritti di Ossirinco. Quanto al vangelo di Tomaso e alla sua tradizione bizantina di cui sopra, intendevo dire che l'atteggiamento dimostrato prima della scoperta dello stesso mi sembra paragonabile a quello che si ha sul tema protocristiano della datazione dell'Anticristo. Non credete? Ludwig