giovedì 1 ottobre 2009

Dopo Cristo o era volgare?

Ho letto oggi un simpatico articolo di Bob Cargill, di UCLA, apparso su Bible and Interpretation. L'autore chiede a tutti i lettori di adeguarsi a quello che ormai e' stato gia' fatto sistematicamente dalla maggioranza degli studiosi anglosassoni che non sono legati ad alcuna confessione religiosa: abbandonare definitivamente le vecchie diciture BC ("before Christ", che corrisponde al nostro "avanti Cristo") e AD ("Anno Domini", che corrisponde al nostro "dopo Cristo") per adottare le nuove sigle BCE ("before the common era") e CE ("common era") come avviene ormai in tutte le pubblicazioni scientifiche. La scelta sarebbe giusta per molte ragioni che Cargill espone assai chiaramente, ma, per chi scrive in italiano, esiste effettivamente un problema speciale: mentre BCE e CE sono abbastanza belle e suonano anche bene, le alternative italiane ("avanti l'era volgare" e "era volgare", cioe' a.e.v. e e.v.) sono abbastanza bruttine (ovviamente, non bisogna credere, come mi era accaduto uno volta con uno studente, che "volgare" voglia essere offensivo, ma vuol semplicemente dire "comune" come quando si parla del "volgare di Dante").
Di certo, Cargill ha ragione quando ricorda che contare gli anni in "prima" e "dopo Cristo" non ha nessun senso, dal momento che i Vangeli non danno una datazione coerente per la nascita di Gesu' e che comunque essa non corrisponderebbe al fantomatico "anno zero". Come sapete, i Vangeli canonici hanno due versioni completamente diverse della nascita di Gesu', quella di Matteo e quella di Luca. Il primo ci dice che Gesu' sarebbe nato prima della morte di Erode, avvenuta nel 4 avanti Cristo. Luca, al contrario, fa coincidere la nascita con il famoso censimento di Quirinio che invece avvenne nel 6 dopo Cristo. Ci rimane quindi una forbice di almeno 10 anni.
Comunque, l'argomento piu' forte di Cargill e' senz'altro il fatto che, eliminando le vecchie diciture, si eliminerebbe anche uno degli aspetti piu' odiosi dell'imperialismo culturale cristiano, vale a dire il desiderio di colonizzare il tempo di tutto il mondo facendo sembrare che tutto quello che e' accaduto "prima di Cristo" ha avuto senso solo perche' era una preparazione a questo grande evento.
Tutto sommato, penso che seguiro il consiglio anche su questo blog e cerchero' di abituarmi alle due nuove sigle a.e.v. e e.v.

4 commenti:

Luca ha detto...

si, ma BC o BCE o a.e.v. non hanno tutte come punto di rifrimento il "fantomatico" anno zero, cioé la nascita di Cristo? Se volessimo davvero rispettare la pluralità ed eliminare questo aspetto dell'imperialismo culturale cristiano, dovremmo adottare non una dicitura diversa, ma un punto di riferimento diverso. Non è che un BigMac cessi di essere tale se lo chiamiamo panino....
Un caro saluto sig. Bazzana!

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Luca, in effetti questo e' un buon argomento, sollevato anche da Marc Goodacre nel suo NT Blog (da segnarsi, per me, la frase "la ricerca scientifica dovrebbe schierarsi dalla parte di quelli che indicano dove nascono le ingiustizie e non dalla parte di quelli che le nascondono"). D'altra parte, mi pare impossibile che si arrivi a formulare un sistema cronologico completamente diverso: nel frattempo, credo che dire "era volgare" anziche' "dopo Cristo", anche solo per lo shock che crea in alcuni uditori sia gia' un buon passo avanti almeno nel prendere coscienza dei problemi. Grazie per il bel contributo e un saluto anche a te!

Alessandro ha detto...

Ti avevo promesso un intervento, ma Luca qui sopra ha decisamente colto nel segno. Quanto all'effetto di provocazione, mi pare abbastanza inutile,e di questi tempi anche banale: tutti che "provocano", da un secolo abbondante in qua...
D'altra parte: perchè mai dovremmo piegarci all'imperialismo cronografico della suddivisione del tempo secondo il sistema decimale? perchè dobbiamo parlare in termini di secoli? a me piace di più ragionare in termini di generazioni, ad esempio...
dire che Cristo è venuto al mondo una sessantina di generazioni fa mi sembra più "umano" che parlare di "venti secoli".
Insomma, se un sistema di datazione è ormai entrato nell'uso, ha senso cambiarlo solo in due casi:
1) ne abbiamo trovato uno più razionale/efficace/preciso (ad esempio, imporre il passaggio al sistema metrico decimale nei paesi anglosassoni risponderebbe a questo criterio)
2) visto che la calendarizzazione del tempo è comunque un'operazione di sensemaking, ha senso cambiare i riferimenti di base solo se se ne propongono altri di uguale forza: se invece di datare dalla (presunta) nascita di Cristo, si comincia dall'Egira, ad esempio. Ma cambiare la sigletta senza cambiare il sistema di riferimento mi sembra proprio, come ha detto Luca, come cambiare il nome al Big Mac, senza cambiare la ricetta.
D'altra parte: se parliamo di "Common Era", per chi dovrebbe essere "comune"? lo è solo per chi già posizionava l'anno zero là dove lo aveva messo Dionigi il Piccolo. Cioè, è "era comune" solo per i cristiani...
W il Big Mac!
Ciao

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Alessandro, puoi aver ragione e infatti la scelta mi lascia sempre un po' freddino, ma, d'altra parte, farei due osservazioni sul tuo contributo. Anzitutto, non mi sembra che basti la ragione, un po' "positivista" se mi permetti, che abbiamo trovato un sistema piu' efficiente: l'efficienza non la vince mai in questo campo e infatti i calendari sono tutti quanto mai disordinati. In secondo luogo, e ancora legato a questo punto, non credo che la provocazione sia cosi' irrilevante data l'importanza che la gente da' ai calendari. Altrimenti, come mai qui i piu' conservatori fanno fuoco e fiamme quando si suggerisce di "Christmas" in "holiday season" (in fondo si tratta solo di un nome)?