lunedì 24 agosto 2009

Le mogli nella lettera agli Efesini

Oggi sono stato a messa e mi e' capitato di ascoltare la predica di un prete molto coraggioso: correndo un grande rischio, il celebrante ha deciso di dedicare l'intera omelia al commento del capitolo 5 di Efesini, un testo famigerato perche' invita le mogli a essere sottomesse ai mariti. Di seguito presentero' alcune riflessioni critiche, ma vorrei dire che il prete e' stato assai onesto e ha mostrato grande preparazione: per esempio, ha costantemente parlato dello "autore della lettera agli Efesini" senza mai dire "Paolo" per riconoscere implicitamente il fatto che ormai la maggioranza degli studiosi non pensa che la lettera sia stata veramente scritta da Paolo.
Il predicatore voleva tenere una via di mezzo fra quelli che ritengono che il passo di Efesini debba essere accettato letteralmente e quelle femministe che dicono che il testo dovrebbe essere totalmente rifiutato perche' sarebbe espressione della piu' pura misoginia. Per trovare questa via di mezzo ovviamente bisogna mostrare che il passo di Efesini in realta' non dice quello che sembra dire, non insegna (come sembra chiaro quando lo si legge) che le mogli devono essere sottomesse ai mariti, ma che i cristiani devono tutti vivere in una "sottomissione reciproca", come ha spiegato Gesu' Cristo e come si legge in tutta la Bibbia. Si deve quindi fare un esercizio di arrampicamento sui vetri che e' davvero notevole. Un esempio: il v. 23 e' tradotto in italiano dalla CEI "il marito infatti e' capo della moglie". Qui il nostro predicatore deve spiegare che la parola tradotta come "capo" e' in greco kephale', che non vuole mai dire "capo nel senso di comandante", ma solo "capo nel senso di testa, punto d'inizio, origine". La cosa non e' molto vera (ma non ho spazio per citare degli esempi), ma soprattutto ci si domanda come mai si continui a tradurre "capo" (ancora nella versione del 2008!).
Mi chiedo se non sarebbe meglio dire che un passo come quello di Efesini 5 non e' ispirato, perche' presenta una concezione della vita famigliare che non ha nulla di cristiano, ma e' totalmente copiata da quelle che si possono leggere presso gli autori greco-romani, a cominciare da Aristotele. In fondo, se ci si ostina a voler dimostrare che tutti i versetti della Bibbia non possono sbagliare, non si e' molto diversi da quegli evangelici che non possono ancor oggi accettare che la terra gira attorno al sole, perche' il libro di Giosue' dice il contrario. 

11 commenti:

Bruno ha detto...

Buongiorno Bazzana,
il fatto che il passo di Efesini 5 non sia ispirato mi sembra abbastanza lapalissiano... E' la trasposizione della struttura sociale allora in voga nelle Sacre scritture. Credo che di esempi sociali di questo genere se ne possano trovare a bizzeffe (dalle norme igieniche alle proibizioni alimentari), così come quelle politiche. Il problema è che resta difficile far combaciare l'approccio storico alla lettura della Bibbia e quello, per così dire, religioso. Massimo rispetto per chi crede nell'ispirazione divina di ogni virgola contenuta nei testi, ma la ragione personalmente mi porta altrove. Grazie per l'interessante dissertazione

Paolo ha detto...

Mi soffermo sulla citazione relativa al Sole e Giosuè: é tutto e solamente un problema di terne di riferimento... mi stupisco! é correttissimo affermare che il sole gira attorno alla terra.

...così come è corretto vedere l'uomo a CAPO della donna ;-)

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Paolo, grazie per l'interessante provocazione! Mi chiedo in che senso si possa dire che e' "correttissimo affermare che il sole gira intorno alla terra". Per quanto mi riguarda, io direi che e' "totalmente legittimo", ma non corretto. Se esaminiamo con criteri astronomici moderni l'affermazione del libro di Giosue', essa risulta insostenibile: quindi la si puo' mantenere solo se si rifiutano gli argomenti scientifici e oggettivi per usare quelli soggettivi ed autoritari (come e' accaduto nel famoso caso di Galileo). Se si fa questo, pero', per me si commette sempre una scorrettezza inaccettabile. Lo stesso ragionamento ovviamente vale anche (mutatis mutandis) per la questione del rapporto fra uomini e donne.

Elvis - Rimini ha detto...

Credo che ci sia confusione tra ispirazione e genere letterario, il genere letterario che usa Paolo, e sottolineo Paolo in quanto non si comprende perché la lettera non possa essere considerata sua visto il rapporto che aveva con la comunità di Efeso, dicevo che il genere letteraio che egli utilizza è quello morale del suo tempo in cui la famiglia era caratterizzata da una preminenza del marito, ma per fortuna oggi abbiamo riscoperto il piano paritario dell'uomo e della donna così come piano originario di Dio.
L'ispirazione biblica è tutt'altro problema, comprendere cioè attraverso una scrittura, segnata dal suo contesto storico, come la Parola di Dio parli all'uomo e alla donna di oggi. Come dirigere le nostre famiglie secondo l'Evangelo della famiglia, quel piano d'amore di Dio che che ci chiama a cooperare con Lui.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Elvis, anzitutto grazie per l'interessante contributo: sono d'accordo quando dici che il problema consiste nel "comprendere ... come la Parola di Dio parli all'uomo e alla donna di oggi". Mi sembra, comunque, che la questione non sia da poco: stabilire regole condivise in questo campo e' molto difficile. In effetti, non sono tanto sicuro che fra i lettori della Bibbia siano pochi quelli che pensano che Dio abbia voluto la famiglia come istituzione patriarcale in cui il marito ha preminenza sulla moglie.
Per quanto riguarda la paternita' paolina della lettera, trovo un po' debole l'argomentazione che presenti, perche' la lettera in verita' non e' stata inviata alla comunita' di Efeso. Il riferimento alla citta' appare una sola volta, nel primissimo versetto, ma bisogna considerare che tutti i manoscritti piu' antichi e moltissimi dei Padri non hanno queste due parolette ("in Efeso") quando citano il versetto 1. Quasi tutti gli studiosi toglierebbero Efeso dalla lettera, ma, come accade spesso, le edizioni e le traduzioni vanno per la loro strada. Al massimo si poteva trattare di una lettera circolare, scritta per essere buona per qualunque comunita'.

Elijah Six ha detto...

"È un problema di terne di riferimento" (Paolo)
Esatto. Il libro di Giosuè non dice assolutamente che "la terra gira attorno al sole" (Bazzana), bensì "sole fermati e il sole si fermò".
Noi, dal nostro punto di vista, vediamo il sole sorgere (cioè salire), e diciamo anche che il sole tramonta (cioè scende). Se la terra si fosse fermata (parlo della rotazione su se stessa), allora noi avremmo visto il sole fermarsi (come scritto nel libro di Giosuè).
Fazit: Quanto troviamo scritto nel libro di Giosuè non va assolutamente contro la tesi che la terra giri attorno al sole.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Elijah,
rimane da chiedersi come mai allora l'inquisizione avesse condannato Galileo, se la cosa e' cosi' chiara.

Elijah Six ha detto...

Su Galileo girano tante voci infondate. In realtà le argomentazioni portate avanti da Galileo erano (e sono) sbagliate. Vedi al riguardo ad esempio qui: "http://bede.org.uk/sciencehistory.htm#galileo" (James Hannam è laureato in storia della scienza)
La tesi poi che fosse la terra a girare attorno al sole andava contro quando dicevano gli antichi in generale, a partire dal grande Aristotele, il quale aveva una certa considerazione tra i cristiani a quel tempo. Non bisogna quindi per forza di cose trovare riferimenti biblici (che possono essere interpretati in vari modi), per capire il motivo per cui si poteva essere eventualmente scettici nei confronti di certe nuove tesi rivoluzionarie (anche se come ho già detto, Galileo in ogni caso ha argomentato in modo sbagliato).

Giovanni Bazzana ha detto...

Il punto determinante non e' se Galileo avesse torto o se le sue teorie andassero contro il paradigma astronomico stabilito fin dall'antichita'. L'elemento determinante e' che egli fu accusato e minacciato di punizione perche' aveva sostenuto un criterio ermeneutico differente: contro di lui fu utilizzata una interpretazione autoritaria della Bibbia (la stessa cosa che avviene oggi quando si usa la Lettera agli Efesini per sostenere un discorso di potere patriarcale).

Elijah Six ha detto...

Sulla questione delle mogli sottomesse:
"Si deve fare un esercizio di arrampicamento sui vetri che e' davvero notevole."
Più che "davvero notevole" basta semplicemente citare Efesini 5:21 (quindi leggersi bene la lettera e il capitolo in questione): "Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo."
Questo passo e quello in Colossessi non mi sembrano granché misogini, visto che presuppongono una "sottomissione reciproca", come hai detto giustamente anche tu.
Se al giorno d'oggi un matrimonio su due finisce con un divorzio, forse è anche dovuto al fatto che l'idea di sottomissione reciproca, di imparare a fare dei sacrifici per il bene della coppia, è venuta a meno. Si pensa più ai propri interessi, senza essere disposti a cedere nulla. Con le dovute conseguenze negative.
Quindi, non vedo perché si dovrebbe considerare il passo come non ispirato. Non può Dio far uso di concetti già esistenti nella società? Se qualcosa è una copia di idee pagane significa che non può essere ispirata? Francamente non credo. Come si suol dire infatti: infinite sono le vie del Signore.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Elijah,
a parte la questione delle implicazioni del passo per la gestione dei matrimoni oggi giorno (e l'idea, francamente un po' triste, che la relazione debba essere intesa come sottomissione di chiunque verso chiunque), il problema per me sta in questi termini. Il v. 21 parla di reciprocita', ma i versetti successivi lo smentiscono clamorosamente indicando che la "sottomissione" vale solo per le mogli verso i mariti, mentre a questi ultimi e' richiesto solo un piu' vago "amore". Qualunque interprete deve fronteggiare questa contraddizione e le scelte variano: una volta si consideravano piu' ispirati i versetti 22 e seguenti, ma oggi che i tempi sono cambiati va piu' di moda dire che a dare il tono all'intera pericope e' il v. 21. La cosa e' normale e peraltro nella pratica nessuno ha mai potuto trattare l'intero Nuovo Testamento o l'intera Bibbia come ugualmente ispirati.