domenica 9 agosto 2009

Anticristo I


Nel prossimo semestre dovro' insegnare un corso sulla letteratura apocalittica. Di solito questo tema trova sempre un grande interesse, tanto in Europa quanto in America: vedremo se anche questa volta il trend sara' confermato.
Di sicuro, l'Apocalisse di Giovanni affascina da sempre i lettori con il suo alone di mistero. Visto che un caro amico si e' recentemente impelagato nella lettura di un libro di Antonio Socci e ha chiesto lumi sugli scritti apocalittici, ho pensato che sarebbe utile dedicare qualche post a spiegare come funziona, dal punto di vista letterario, un libro apocalittico.
Spesso faccio l'esempio dell'Anticristo, una figura mitica che continua a interessare molti. Anzitutto, bisogna precisare un aspetto che sfugge alla maggior parte dei lettori: contrariamente a quanto si pensa, il nome "Anticristo" (letteralmente "opposto" o "oppositore di Cristo") non compare mai nell'Apocalisse di Giovanni. In questo libro, ai capitoli 13 e 17, il veggente dice di aver visto una "bestia" mostruosa che sale dal mare (13:1).
Successivamente, alla bestia e' stato dato il nome di Anticristo, prendendolo dalle lettere di Giovanni (dove, pero', ha tutto un altro significato). Oggi vorrei dire alcune cose sul modo in cui l'autore dell'Apocalisse "costruisce" questo essere mostruoso. E' facile immaginare, in modo un po' romantico, che uno scritto apocalittico sia buttato giu' di getto, magari raccogliendo al volo le frasi sconnesse di un profeta in preda a una trance. In realta', la questione e' ben piu' complicata.
Il testo (13:1-2) ci dice che la bestia ha sette teste e dieci corna: inoltre e' in parte pantera, in parte orso e in parte leone. Da dove vengono questi elementi? Nel libro di Daniele, uno scritto dell'Antico Testamento risalente alla meta' del secondo secolo avanti Cristo, al capitolo 7 sono presentate quattro bestie: una simile a un leone, una simile a un orso e una simile a un leopardo (vv. 4-6). L'ultima, e piu' mostruosa, ha dieci corna (v. 7).
Anche senza addentrarsi nel significato di queste immagini, e' assai facile vedere dove l'autore dell'Apocalisse ha preso ispirazione: ha combinato gli elementi di Daniele in una sua nuova e terribile creazione.
Questo esempio ci illustra come lavora uno scrittore apocalittico: sentendo di avere una ispirazione divina, egli prende i "pezzi" delle profezie antiche, li ricombina per creare nuove immagini e, cosi' facendo, indica quale sia il loro vero significato. Di questo parleremo nel prossimo post sull'Anticristo.

12 commenti:

Bruno ha detto...

Da profano del tema mi viene da chiedere se l'autore dell'Apocalisse, nella sua descrizione della Bestia, parli in senso letterale, simbolico o allegorico. Il meccanismo di composizione usato dagli scrittori apocalittici mi fa pensare infatti a un genere letterario e quindi a un uso prettamente non letterale delle rappresentazioni. Ma questo, mi sembra, è piuttosto in contrasto con la tradizione cristiana popolare, avallata nella storia dalla stessa Chiesa.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro b.melazzini, certamente la tradizione cristiana ha dovuto interpretare l'Apocalisse in modo simbolico, perche' l'autore originale (alla fine del primo secolo) pensava di proclamare "le cose che devono accadere presto" (come dice testualmente il primo versetto dell'opera). Pero', la fine del mondo non si e' verificata come previsto e quindi gli interpreti hanno dovuto in qualche modo adattare le visioni alle mutate condizioni storiche. Per quanto riguarda il caso specifico dell'Anticristo, vorrei rispondere nel prossimo post. Grazie per le tue osservazioni!

Alda ha detto...

trovo bellissima la scelta del nome del blog...così misteriosamente evocativa...

Giovanni Bazzana ha detto...

Grazie Alda! Tutto merito di mia moglie che ha suggerito il nome

Paolo ha detto...

mah... secondo me il libro dell'apocalisse è più di pertinenza psichiatrica che teologica... ma noi vili meccanici siamo male attrezzati per comprendere oltre. :-) Comunque affascinante.

Comunque, se male non ricordo, non è solo Gio che si aspetta la seconda venuta a breve, ma anche Paolo. E dunque propongo un nuovo argomento: profezie disattese VS profezie avverate nell' AT, con particolare focus su quelle forzatamente considerate avverate già dal testo del vangelo, e a posteriori nei secoli.

Bruno ha detto...

Il tuo razionalismo mi seduce...

Alda ha detto...

Ragazzi non iniziamo con le facili seduzioni...rientriamo nei binari accademici...

Paolo ha detto...

mmm, caro b.melazzini, non ti conosco, ma ti trovo affascinante.

Anonimo ha detto...

ottimo! ho trovato a chi porre domande sull'Apocalisse. grazie
Gradirei una sua spiegazione del cap. 20 " il regno dei mille anni " incuriosisce anche me profana oltre a S.Agostino. G.Nicora

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro (o cara) G. Nicora, grazie dell'interesse per il blog. Il regno millenario e' di certo uno degli aspetto piu' dibattuti dell'Apocalisse: si tratta della dottrina per la quale gli eletti regneranno sulla terra con Cristo per un tempo limitato (1000 anni appunto) prima che Dio ponga fine al mondo. L'argomento e' molto interessante e quindi, se non ti dispiace, farei un altro post per parlare solo di questo tema quando avro' finito con l'Anticristo.

Bruno ha detto...

Caro Paolo, sempre disponibile a nuove conoscenze... Chi ha orecchie per intendere...

Anonimo ha detto...

Professore,
per gli ebrei l'anticristo era "Gog di Magog"
per Nostradamus Napoleone e altro
per i musulmani Dajjal e il colore delle sue pupille
poi c'è la Valtorta, la S. Ildegarda ecc.
Abbiamo veramente bisogno di chiarezza. Grazie per il Suo cortese contributo.
E. Maiorini