domenica 1 agosto 2010

Il copione di Gesu'


Mi devo scusare per la lunga assenza dal blog, ma sono in trasferta a Tel Aviv per impegni professionali di mia moglie e fino a oggi, oltre a lottare con il caldo afoso, non ho avuto molte possibilita' di collegarmi in rete. Mi perdoneranno i lettori se mi lascio andare un poco alla vanita' e do notizia di una pubblicazione in cui sono direttamente coinvolto. Si tratta di un articolo recentemente apparso sulla rivista brasiliana "Epoca", a firma di Humberto Maia jr.
Il pezzo e' in effetti la presentazione di un libro recente di L. Michael White, professore di storia delle origini cristiane all'Universita' del Texas, noto per numerosi interventi recenti, anche divulgativi e passati sulla televisione amricana, relativi alle vicende di Gesu' e delle prime comunita' cristiane. Il volume di White ha un titolo molto bello, "Scripting Jesus", che non e' facile rendere bene in italiano: "script" e', in inglese, il "copione" che viene redatto per fungere da linea-guida per una rappresentazione teatrale o un film. Scegliendo questo titolo, White ha voluto indicare che, secondo lui, gli evangelisti hanno operato come autori di "copioni" cinematografici, adattando la biografia di Gesu' alle diverse necessita' dei loro ascoltatori e all'obiettivo di diffondere la fede nella resurrezione del Cristo. E' facile vedere come White non aggiunga grandi novita' a una rappresentazione storica ben delineata, negli ultimi cento anni, dalla storia delle forme e dalla critica redazionale dei Vangeli canonici. La scelta astuta del titolo puo' dare l'impressione che White intenda i Vangeli piu' come "fiction" e "performance" che come biografie storiche, ma in realta' le sue opinioni sono molto piu' moderate e l'autore tiene a sottolineare che i testi evangelici dipendono da tradizioni orali trasmesse dai primissimi discepoli.
Chi scrive e' stato intervistato alcune settimane fa da Humberto Maia e infatti ci sono un paio di mie frasi disposte qua e la' nel corso dell'articolo: non si tratta di nulla di particolarmente esplosivo o innovativo, ma di osservazioni che ribadiscono punti gia' ben noti a chi abbia qualche esperienza di studi scientifici dei materiali biblici (ad esempio, sul carattere piu' apologetico che biografico dei Vangeli o sul fatto che ignoriamo i veri nomi degli autori dei canonici). Ho detto all'inizio che c'entra la vanita' personale, ma in questo caso non si tratta delle affermazioni che mi sono attribuite ne' semplicemente di vedersi indicato come un esperto di una materia a cui ho dedicato tanto tempo ed energie: piuttosto, mi fa una certa sensazione vedermi accostato a John Dominic Crossan. Questo si' e' qualcosa di cui mi posso vantare!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Giovanni,
complimenti per il blog ricco di spunti interessanti e spesso, a ragione, provocatori. Mi permetto di sollecitare un tuo intervento su una questione che mi è balenata in mente negli ultimi giorni: "il Regno di Dio". Se in Marco e poi in Matteo e Luca il lemma pare additare un evento di conversione, giustizia e riscatto sia per il singolo discepolo che per la società degli umili e degli oppressi, un evento inoltre che sembra doversi manifestare imminentemente, che valore ha questa espressione in Giovanni? Il IV vangelo si limita a menzionare un lemma che doveva essere diffuso nelle diverse tradizioni gesuane oppure ne dà un signifcato differente? Credo che una difficoltà nel rispondere a tale domanda giunga dal fatto che mentre in Marco, Matteo e Luca "il Regno" si incontra di frequente (18, 52 e 43 volte), in Giovanni esso è menzionato solo in 3 circostanze, la prima volta in occasione del dialogo con Nicodemo.
Un saluto
Etienne

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Etienne,
grazie dei complimenti e della bella domanda. E' un tema su cui ho riflettuto un po' negli ultimi tempi: se hai un po' di pazienza, penso che meriti un post ad hoc.