sabato 6 marzo 2010

Di nuovo Gesu' e l'adultera


Un bel po' di post fa avevo trattato il famoso problema di cosa Gesu' avesse scritto sulla sabbia quando, nel Vangelo di Giovanni (7:58-8:11), gli viene presentato il caso della donna sorpresa in adulterio e minacciata di essere lapidata seduta stante. La storia dell'adultera e' molto interessante per molti motivi e in particolare perche' (anche se si trova in tutte le traduzioni bibliche di oggi) in realta' essa manca in tutti i manoscritti piu' antichi del Vangelo. Leggiucchiando qua e la' per preparare le lezioni della scorsa settimana mi sono imbattuto nel bellissimo libro di Chris Keith ("The Pericope Adulterae, the Gospel of John, and the Literacy of Jesus - La Pericope dell'adultera, il Vangelo di Giovanni e l'alfabetizzazione di Gesu'") che e' stato pubblicato l'anno scorso e offre una prospettiva del tutto nuova sulla questione.
Keith si propone di capire come mai qualcuno abbia voluto inserire questa storia estranea proprio in questo punto del Vangelo spezzando in due i capitoli 7 e 8, che invece formerebbero un'unita' abbastanza coesa. L'elemento determinante sarebbe proprio il fatto che Gesu' scrive, non tanto per i contenuti (e infatti l'evangelista non ci dice nemmeno che cosa Gesu' abbia scritto), ma per il fatto stesso che il Nazareno in questo modo dimostra di avere padronanza della scrittura.
E' importante tenere presente che questo e' l'unico passo in tutti i Vangeli in cui Gesu' dimostra di essere capace di scrivere (una cosa storicamente molto improbabile): se si legge un po' prima nel capitolo 7 (al versetto 15) si vede anche che i Giudei attaccano Gesu' chiedendosi come possa conoscere le lettere uno che non ha studiato (la traduzione della CEI confonde le acque traducendo che Gesu' non conosce le "Scritture", ma il greco e' grammata, che vuol dire "lettere" - per dire Scritture Giovanni avrebbe senza dubbio usato graphai). Questo e' un tema ricorrente in tutto il capitolo e infatti negli ultimi versetti i sacerdoti e i farisei replicano a Nicodemo dicendogli che un ignorante galileo non ha nessuna possibilita' di essere il Messia. Secondo Keith, nel terzo secolo, quando il cristianesimo cominciava a diffondersi anche fra le persone con piu' istruzione e ci si cominciava a chiedere come si potessero seguire gli insegnamenti di un analfabeta, qualcuno ha deciso di inserire la pericope dell'adultera in questo punto del Vangelo per dimostrare che anche Gesu' aveva la sua cultura.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo,
Luca 4,16 in poi,sostiene che Gesù si alzò a leggere nella sinagoga il rotolo del profeta Isaia.
Ancora Luca 2.42 descrive Gesù dodicenne che che ascoltava ed interrogava nel tempio i dottori della legge.
Anche Luca allora voleva dimostrare la formazione e la conseguente cultura di Gesù? Sia cortese delucidandomi. Grazie G. Nicora

Giovanni Bazzana ha detto...

Cara/o G. Nicora,
Luca 4 con al storia sulla sinagoga di Nazaret e' un passo sempre citato quando si vuole discutere dell'eventuale alfabetizzazione di Gesu'. Secondo quasi tutti gli storici, e' assai improbabile che sia storico, anche perche' Luca lo ha spostato dalla sua posizione nel Vangelo di Marco e ha aggiunto particolari che sono chiaramente lucani: tra questi c'e' di sicuro la preoccupazione di fare di Gesu' una figura piu' possibile educata come dicevo sopra. Si comprende questa esigenza anche meglio se si pensa (come fanno alcuni) che Luca sia uno scritto apologetico del II secolo.
Per quanto riguarda la storia del Gesu' dodicenne, questa va anche piu' in la' della precedente: si tratta non solo della cultura di Gesu', ma del suo essere sovraumano. E' un tipico racconto favoloso che si trova in molte religioni e culture: il personaggio sovraumano possiede una conoscenza che non puo' essere stata acquisita con mezzi normali (ha solo 12 anni!), ma solo attraverso un miracolo.
Grazie della bella domanda