giovedì 28 gennaio 2010

"Uomini e profeti" sulla Bibbia

Par anni ho seguito con grande interesse il programma di Radio3 dal titolo "Uomini e profeti" (uno dei motivi era anche il fatto che e' l'unica trasmissione della televisione o della radio italiane che si occupi di temi religiosi in modo serio): ho sempre apprezzato il modo in cui la conduttrice, Gabriella Caramore, riesce a trovare argomenti nuovi e a proporli in modo stimolante. Purtroppo, da quando ho cominciato ad occuparmi di studi religiosi in modo piu' professionale, gli ascolti di "Uomini e profeti" hanno via via cominciato a causarmi una vaga irritazione. Ieri, sono finalmente riuscito a capire il motivo di questa sensazione sgradevole.
Ho scoperto per caso che "Uomini e profeti" ha iniziato la settimana scorsa una serie di puntate dedicate alla lettura della Bibbia (titolo: "Il Libro e noi") con una tavola rotonda, che mi sono affrettato a scaricare e ad ascoltarmi in MP3. La rivelazione mi ha colpito quando mi sono resoconto che a prendere la parola erano stati invitati solo uomini di chiesa (a parte Moni Ovadia, di cui non era ben chiaro il ruolo): un rabbino, due teologi della Facolta' di teologia valdese e due cattolici. Il tutto era molto "politicamente corretto", non c'e' alcun dubbio (dei due cattolici nessuno era un prete, ma comunque uno era Enzo Bianchi, un mezzo monaco, e l'altra, Marinella Perroni, pur sempre una teologa di un'universita' pontificia), ma non ci si puo' meravigliare del fatto che la trasmissione si sia trasformata in una specie di omelia a piu' voci della lunghezza di quasi un'ora.
Questo e' un procedimento tipico, e irritantissimo, della televisione o della radio italiane: quando si parla di storia o di astronomia o di letteratura, c'e' sempre spazio per la voce professionale di un accademico o di uno studioso comunque titolato, ma quando si tratta di religione o della Bibbia solo quelli che la praticano o dicono di crederci hanno diritto di parola. Intendiamoci: non chiedo di mettere a tacere gli ecclesiastici e i loro punti di vista, ma credo che si potrebbe trarre qualche beneficio anche dall'ascolto del parere di uno storico o di qualcuno che si occupa in modo scientifico dell'argomento. Questa esclusione si verifica nonostante il fatto che l'Italia possa vantare un certo numero di studiosi che lavorano ad altissimo livello e con la massima serieta': ovviamente, pero', domina su ogni altra considerazione la paura irrazionale delle chiese (di qualunque specie) che un discorso scientifico possa gettare ombra sulla loro capacita' di persuasione e mettere in crisi il loro potere.

9 commenti:

Silvio Ottanelli ha detto...

Per esperienza, consiglio di scaricare subito il file mp3 in quanto, dopo un certo lasso di tempo vengono tolti.

Anonimo ha detto...

Anche io ho sempre considerato estremamente interessante il programma di Radio3 che lei cita e critica, decisamente con poca generosità. A parte le considerazioni di merito che lei fa e ha diritto di fare, credo che la voce "professionale" di uomini di chiesa sia estremamente importante per una corretta esegesi testamentaria. Continui ad ascoltare "Uomini e profeti", prodotto sempre interessante. Le consiglio la lettura della rivista "Iesus". Mi faccia sapere
don Eusebio

Anonimo ha detto...

don Eusebio grazie per lo spunto.
C'è un piccolo resto oggi nella Chiesa che conserva la fede, che legge Jesus e altro, che ascolta trasmissioni serie,che ha imparato a non scadalizzarsi per le varie incongruenze anche gravi a livello della chiesa gerarchica ma che come S. Erasmo da Rotterdam ripetono: "Amo la Chiesa perchè accoglie anche me peccatore".Amen. Lo stesso "resto" desidera ampliare la conoscenza storica/scientifica del N.T. come ha suggerito il Prof. Bazzana. Le mezze verità manipolate che ci vengono continuamente ripetute stanno svuotando le Chiese, così che" L'annuncio della Buona Novella" fatica a raggiungere i confini del mondo. La Sua benedizione mi è gradita. G. Nicora

Anonimo ha detto...

"Discorso scientifico"
Sentiamo un po', chi ha stabilito che la ragione deve avere il primo posto (e non i nostri sensi ad esempio o una qualche rivelazione)? Chi ha detto che usando la ragione si fanno discorsi seri (mentre il resto è grottesco o poco professionale)? Chi è così sciocco da poter credere di sapere qualcosa basandosi sulla ragione umana (così limitata e vana)? I satanisti credono ad esempio solo in se stessi, nelle loro doti e potenzialità. Lo stesso fanno gli storici. Credono di poter trovare delle risposte a questioni religiose tramite la ragione umana e basta. Credono di poter capire i vari credi osservando il fenomeno da fuori, dall'esterno, da una presunta posizione obiettiva e neutra, superiore, grazie alla ragione, che gli avrebbe illuminati (posizione che non esiste, ma vabbè; se loro vogliono credere a queste favole, che facciano pure).
Ciò che mi irrita maggiormente è la superbia di determinati storici. Noto ahimè una mancanza di rispetto sia per i fondamentalisti (persone che hanno deciso di credere nei fondamentali della religione cristiana) che nei confronti della Chiesa cattolica (immancabilmente presa di mira e in certi casi pure derisa).
Si parla di rispetto e apertura. Beh, non è questo che io vedo in ambito accademico dove regna un certo liberalismo e razionalismo.
Elijah Six

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Silvio,
grazie per il suggerimento.

Caro don Eusebio,
ho detto chiaramente che non ritengo assolutamente che gli "uomini di chiesa" debbano tacere: solo sarebbe bello sentire qualche volta anche la voce degli altri.
Quanto a "Jesus" (mi pare che si scriva cosi'), non l'ho mai letto, ma accetto il suo consiglio: vedro' se lo tengono qui in biblioteca.
Grazie

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Elijah,
anche qui come nel caso del relativismo (per cui vedi piu' sotto), mi sembra che l'accusa di razionalismo sia niente piu' che un bello schermo retorico. Sono ben sicuro di non aver mai detto e di non aver mai pensato che la "ragione" coincida con la scienza o con l'accademia, quindi vai pure a cercare altrove i tuoi bersagli polemici.
Puoi tranquillamente inveire contro la superbia della ragione o paragonare gli storici ai satanisti (ma dai!), tuttavia e' facile dare un'occhiata ai dati: ti sfido a darmi l'indicazione di una trasmissione televisiva o radiofonica italiana in cui a parlare della Bibbia sia invitato qualcuno che non e' alle dipendenze di una chiesa o che non si presenta con credenziali religiose. I teologi possono piangersi addosso quanto vogliono, ma loro sanno molto bene dove sta il vero potere di influenza sull'opinione pubblica: io (diversamente da te, a quanto pare) non mi faccio nessuna illusione sull'influenza dei discorsi accademici o sul fatto che possano arrivare molto al di la' dei muri delle aule universitarie.
Mi limito a dire che sarebbe bello qualche volta poter ascoltare, insieme alle altre, anche una voce che adotta un approccio diverso. Tanto per essere chiari: io adesso lavoro in un posto in cui si fanno allo stesso tempo ricerca scientifica molto seria e molto seria formazione dei ministri ecclesiastici: come vedi, se si vuole si puo' procedere senza conflitti e tragedie.
P.S. Visto che dici che me la prendo con i fondamentalisti, ti consiglio di ascoltare veramente l'MP3 della trasmissione, perche' (e soprattutto i due teologi valdesi lo fanno ripetutamente) in molti interventi ci sono commenti taglienti e derisori nei confronti delle "interpretazioni" di "certi fondamentalisti americani". Come vedi, anche i teologi hanno i loro "straw men" contro cui sparare un po' di retorica per trovare legittimazione (e tanto meglio se sono "americani", perche' si sa che in Europa questi tipi strambi non ci sono e che, siccome la trasmissione e' su Radio3 e sappiamo bene quale e' il tipo di pubblico che ascolta quella radio, una bella botta contro l'America non ci sta mai male).

Anonimo ha detto...

Jesus chiaramente si scrive con la J. Un errore di battitura che spero mi perdonerete. Don Eusebio

Giovanni Bazzana ha detto...

Senza dubbio io glielo perdono, caro don Eusebio. Buona domenica

Anonimo ha detto...

Una benedizione a tutti voi per la clemenza, don Eusebio