lunedì 18 gennaio 2010

Scritti cristiani apocrifi: il romanzo pseudo-clementino

Dal 14 al 16 gennaio sono stato a Strasburgo, dove ho partecipato ad un convegno internazionale dedicato allo studio della "letteratura apocrifa cristiana". Gli "apocrifi" costituiscono un sotto-gruppo molto particolare ed estremamente interessante degli scritti cristiani, antichi e non solo. Usualmente, si definiscono "apocrifi" tutta una serie di testi che raccontano le vicende di Gesu' o delle persone che sarebbero state in connessione con lui (discepoli, parenti, oppositori...), ma che non sono stati inclusi nel ristretto numero dei 27 libri che formano il Nuovo Testamento. Per molti anni, visto che non facevano parte del canone, gli "apocrifi" non hanno ricevuto l'attenzione scientifica che avrebbero invece meritato: solo da poco piu' di due decenni, una associazione di studiosi (soprattutto svizzeri, francesi e italiani) europei denominata AELAC ("Associazione per lo Studio della Letteratura Cristiana Apocrifa") ha intrapreso una ciclopica opera di edizione e ricerca su questi testi troppo spesso trascurati. Non si tratta di uno dei casi, abbastanza comuni purtroppo, di interesse degli accademici per un argomento astruso ed erudito: al contrario, molti degli apocrifi, pur essendo rimasti fuori dal canone, hanno avuto un'influenza enorme sulla formazione delle dottrine cristiane, popolari e non (si pensi ai molti casi di storie relative alla vergine Maria che figurano nelle rappresentazioni di molte chiese, ma non si trovano nel Nuovo Testamento).
Bisogna aggiungere che spesso questi scritti offrono anche preziose informazioni storiche sulla storia del cristianesimo antico. Io ho presentato un piccolo contributo su di un apocrifo che sto studiando ormai da qualche anno: il cosiddetto "romanzo pseudo-clementino". Si tratta di un racconto che assomiglia, come genere letterario, ai romanzi greci, solo che, invece di avere una trama amorosa, ha un contenuto religioso. Il protagonista e' un giovane di Roma, Clemente, che cerca (e trova, alla fine del romanzo) la sua famiglia perduta e al tempo stesso una soluzione ai suoi problemi esistenziali. Il testo e' "pseudepigrafo", vale a dire che e' attribuito falsamente ad un personaggio che non puo' esserne stato l'autore, dato che il romanzo e' stato scritto all'inizio del terzo secolo, ma Clemente e', nella finzione, discepolo di Pietro e, secondo la tradizione, colui che diventera' suo successore come vescovo di Roma. Il testo e' storicamente molto importante perche' la religione a cui Pietro converte Clemente e' quella che viene usualmente chiamata "giudeo-cristianesimo", vale a dire una forma di cristianesimo (opposta a quella predicata da Paolo) nella quale viene richiesta l'osservanza della Legge ebraica.

2 commenti:

Il Censore ha detto...

Ciao.

Sto leggendo il libro di Eisenmann, "Giacomo fratello di Gesù" (che so non godere di grande reputazione tra gli esperti), e lì si citano i Riconoscimenti clementini. Si tratta della stessa opera? Esistono delle edizioni in italiano?

Saluti,
IlCensore

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Censore,
si', si tratta dello stesso testo: il romanzo pseudo-clementino e' trasmesso in due versioni (non radicalmente differenti): una in greco, con il titolo di "Omelie", e una in latino, dal titolo di "Riconoscimenti".
Il primo libro dei Riconoscimenti contiene del materiale che non si trova nelle Omelie e nel quale si parla di Giacomo e del suo contrasto con Paolo: immagino che sia questo a cui si riferisce Eisenmann.
L'opinione di quasi tutti gli esperti e' che questo materiale sia databile almeno al secondo secolo: ovviamente, tuttavia, pare molto difficile che questo testo possa dare qualche informazione storica su Giacomo e sui suoi rapporti con Paolo.
Saluti anche a te.