giovedì 10 dicembre 2009

Il ritorno dell'anima


Ieri sera ho partecipato alle celebrazioni per il pensionamento di François Bovon, che lascia la Harvard Divinity School dopo 17 anni di lavoro nella prestigiosa istituzione accademica. Do solo due dati a proposito di Bovon tanto per ricordare (anche se in modo ovviamente incompleto) l'apporto da lui dato agli studi. Bovon ha appena finito di pubblicare l'ultimo volume di un commento al Vangelo di Luca che conta alla fine piu' di 2000 pagine e che rimarra' senza alcun dubbio il punto di partenza di ogni ricerca per molti decenni a venire: altrettanto appariscente e' stato il contributo che Bovon ha dato alla riscoperta degli apocrifi cristiani con la fondazione della AELAC (Associazione per lo Studio della Letteratura Apocrifa Cristiana) e l'inizio di un'opera di pubblicazione che continua tuttora e che ha fatto tornare in vita testi che altrimenti sarebbero stati perduti.
Bovon ha chiuso la sua attivita' a Harvard tenendo la "Ingersoll lecture", una prestigiosa lezione che viene affidata ogni anno ad un diverso oratore invitato con i soldi che furono appositamente lasciati in eredita' alla scuola nel 1897. Si tratta ovviamente di un grande onore, visto che nel corso degli anni la lezione e' stata tenuta da personaggi quali William James, Paul Tillich e Amos Wilder: un particolare curioso e' che nel lascito originario era previsto che la lezione dovesse sempre riguardare il tema della "immortalita' dell'uomo" e quindi Bovon ha dovuto cercare un titolo consono.
Alla fine la scelta e' stata quanto mai felice ("The Soul's Comeback: Immortality and Resurrection in Early Christianity" - "Il ritorno dell'anima: immortalita' e resurrezione nel cristianesimo antico") e la lezione e' stata del tutto degna di un cosi' grande studioso. Bovon ha sottolineato con un po' di rimpianto come l'attenzione degli studiosi del cristianesimo antico si sia spostata negli ultimi anni decisamente verso il corpo a discapito dell'anima, che sembra aver perso interesse nel nostro mondo secolarizzato. La tradizione cristiana, al contrario di quella platonica (ad esempio), ha alla propria radice un rapporto equilibrato fra anima e corpo, un rapporto che permette di valorizzare entrambi non tanto in una prospettiva edonistica quanto considerando il corpo come luogo principale in cui la vita etica dell'uomo si deve realizzare e sviluppare pienamente.

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