giovedì 24 settembre 2009

Sesta lezione apocalittica

Mi scuso per la lunga assenza, ma gli ultimi giorni di lavoro sono stati abbastanza densi di impegni e mi sono trovato proprio senza il tempo necessario per scrivere qualcosa qui.
In ogni caso, il corso sulla letteratura apocalittica e' continuato e allora vi do un piccolo aggiornamento sullo stato dei lavori.
Gia' ho detto qualcosa a proposito del Primo libro di Enoch e della sua preminenza fra le apocalissi di origine giudaica. Quello che chiamiamo Primo libro di Enoch e' stato preservato nella sua interezza solo dalla chiesa etiopica: alcuni frammenti aramaici sono stati trovati a Qumran e hanno dimostrato che il testo non e' una invenzione medievale, ma e' invece molto antico. Purtroppo, fra i frammenti del Mar Morto non si sono trovati passi di una sezione particolare di Enoch, il cosiddetto "Libro delle parabole". Si tratta di un altro testo apocalittico che ha fatto e fa tuttora discutere gli specialisti a causa di un suo aspetto molto particolare. Le "parabole" in questione sono in effetti visioni celesti che Enoch riceve da Dio e che gli illustrano quello che dovra' accadere sulla terra nei tempi finali. Fra le altre cose, Enoch vede un personaggio quasi divino che viene presentato come il giudice di tutti gli umani e che viene designato con il nome di "Figlio dell'uomo".
Ovviamente questo particolare ha suscitato l'interesse degli studiosi perche' "Figlio dell'uomo" e' uno dei titoli che i primi cristiani hanno attribuito a Gesu' ed e' anche uno dei titoli piu' enigmatici. Si tratta di un titolo "cristologico", perche' serve ha indicare una specifica "dottrina" che riguarda la natura di Gesu' Cristo. Con ogni probabilita' il "Figlio dell'uomo" doveva in qualche modo essere associato con l'idea di un giudizio finale sui comportamenti buoni o cattivi degli esseri umani. La figura nebulosa di un "figlio dell'uomo" (che di per se' vuol dire semplicemente "uomo") compare gia' nel Libro di Daniele (al capitolo 7, versetti 13-14), dove probabilmente rappresenta il popolo di Israele. Nel Libro delle parabole, Enoch presenta il Figlio dell'uomo come Messia (il consacrato di Dio, inviato a restaurare il suo regno nel mondo) e come giudice finale dell'umanita'. E' piuttosto sicuro che gli autori dei Vangeli (e in particolare quello del Vangelo di Marco) si siano ispirati a questa immagine e l'abbiano applicata a Gesu' di Nazaret. Il versetto piu' famoso, e non privo di ambiguita', e' la frase che Gesu' pronuncia durante il suo processo davanti al Sinedrio (Mc 15:62): "E vedrete il Figlio dell'uomo, seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo".

1 commento:

Bruno ha detto...

Caro Bazzana,
la scusiamo per l'assenza, come del resto lei scuserà me per lo stesso motivo. Sono tornato dopo un breve periodo di vacanza è ho trovato interventi come al solito molto interessanti. A presto