domenica 16 agosto 2009

Papiri documentari e Nuovo Testamento

Credo che i lettori italiani si godano il Ferragosto, ma qui il 15 del mese non si accompagna a nessuna vacanza particolare e, quindi, non mi pare fuori luogo parlare un po' di lavoro: in effetti, non piu' tardi di questa sera ne ho dovuto discutere con un possibile futuro studente di dottorato che ho incontrato appena fuori la biblioteca.
In breve, la mia ricerca da qualche tempo si concentra sulla comparazione fra il Nuovo Testamento e i papiri documentari. Questi sono tutti quei documenti di origine (per lo piu') egiziana che non contengono testi letterari (quindi non Omero, non Pindaro, non Menandro, per intenderci). Fra i papiri documentari troviamo pezzi di ogni genere: dai decreti imperiali alle lettere private, dai contratti di matrimonio alle ricevute dei prestiti e delle compravendite.
E' grazie a questa massa di documenti che la vita quotidiana dell'Egitto d'epoca romana e' la meglio conosciuta dell'antichita': in realta', uno studio attento ha permesso di vedere come le somiglianze fra l'Egitto e il resto dell'impero siano molte piu' delle differenze. Per questo motivo si possono trarre dai papiri documentari delle generalizzazioni piuttosto interessanti.
Questo vale soprattutto se uno vuole studiare cosa poteva venire in mente ai lettori antichi del Nuovo Testamento, a quali fatti della vita quotidiana queste persone potevano associare i racconti dei Vangeli, per esempio. Un caso molto interessante e' quello delle parabole attribuite a Gesu': spesso in questi brevi racconti le relazioni sociali ed economiche sono date per scontate e questo fa sembrare che ci manchi il contesto per capire bene i testi, ma poi si vede che le situazioni si ritrovano pari pari nei papiri.
Scrivero' ancora su questo argomento se la ricerca dara' i risultati che mi aspetto.

4 commenti:

Paolo ha detto...

caro Bazzana,
forse il ferragosto non è contemplato nel calendario del semi-vertice della cultura umana... ma il sabato!! ;-)
Attendo con ansia qualche esempio scaturito da questo confronto, anche se il ragionamento per analogia, nel settore che più mi compete, fa fare spesso errori derisi dai posteri.

Anonimo ha detto...

Caro Bazzana, credo che occorrerebbe chiarire il significato del termine "generalizzazioni" facendo magari riferimento al valore epistemologico della ricerca storica. La critica decostruzionista, infatti, ha contribuito a mettere in luce l'impossibilita` di una conoscenza "oggettiva" della realta` e la posizionalita` di ogni "osservatore". Lei come si pone in merito a queste questioni? Grazie, Duuv.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro/a Duuv, sono totalmente d'accordo con i principi della critica decostruzionista: dire che si possano acquisire conoscenze storiche "oggettive" mi pare segno di un atteggiamento positivista che non posso accettare per onesta' intellettuale. Come ho detto nel post, si possono trarre dai papiri generalizzazioni "interessanti": il loro interesse, per quanto mi riguarda, consiste nel fatto che esse permettono di connettere eticamente ed intellettualmente il passato con il presente. Grazie per la domanda molto penetrante e stimolante: spero di parlare ancora della questione quando presentero' alcuni risultati della mia ricerca.

Paolo ha detto...

Heisenberg (l'osservatore perturba il fenomeno).. di che anni è questa critica decostruzionista? giusto per capire se viene prima la fisica o le sorelle povere. ;-)
Ho giusto ora finito di chiacchierare con una mia amica che mi considera un orrido positivista, ma almeno sul tema dell'oggettività delle conoscenze storiche siamo quasi d'accordo.