martedì 18 agosto 2009

Anticristo III

Certamente la caratteristica piu' famosa e discussa della bestia e' il suo nome in codice, che ha suscitato (e continua a suscitare) ipotesi interpretative e spiegazioni mistiche. Il versetto 13:18 dell'Apocalisse dice infatti: "Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra e' seicentosessantasei".
L'autore dell'Apocalisse in effetti vuole rivelare ai lettori l'identita' della bestia, ma lo fa usando un simbolismo molto diffuso nell'antichita', quello della "numerologia". Giochi di questo genere sono pero' possibili solo in quelle lingue in cui, come il greco o l'ebraico, si usano gli stessi segni per indicare le lettere e le cifre. Cosi', per esempio, il greco assegna un valore numerico alle lettere, partendo dall inizio dell'alfabeto: alfa e' uno, beta due, gamma tre, delta quattro e cosi' via fino alla decima lettera (iota); le lettere seguenti (a cominciare da kappa = 20) rappresentano le decine e cosi' si continua. La conseguenza numerologica e' che tutte le parole hanno un valore numerico, quando si sommano i valori delle lettere che le compongono. In pratica, l'Apocalisse ci dice che la bestia e' un uomo che ha un nome il cui valore matematico e' 666.
Gli studiosi si sono scervellati per secoli nel tentativo di sciogliere l'enigma e si puo' dire che si sia giunti ad un risultato piuttosto sicuro: si tratta del nome dell'imperatore Nerone scritto in aramaico (qsr nrwn, perche' le lingue semitiche tendono a non segnare le vocali), ma il mistero non finisce mai di riservare sorprese.
Esattamente dieci anni fa nella collana dei papiri di Ossirinco (al numero 4499) e' stata pubblicata una copia frammentaria dell'Apocalisse, risalente alla fine del terzo o all'inizio del quarto secolo. Un frammento di questo codice contiene la piu' antica versione da noi posseduta del capitolo 13 dell'Apocalisse: e' sensazionale vedere che questo testo, invece del numero 666, riporta 616 (se interessa, potete dare un'occhiata al testo qui: si nota che alla riga tre, invece della successione chi-csi-stigma = 666, si legge molto bene chi-iota-stigma = 616). La variante non e' un semplice errore, perche' Ireneo di Lione, in un suo trattato contro le eresie, ci riferisce che la versione con 616 era ben nota alla fine del secondo secolo.
Molto si discute sull'origine di 616 e se 616 sia la versione originale. Di sicuro non si puo' dire ancora molto, ma la proposta piu' interessante e' quella che vede in 616 il nome dell'imperatore Gaio (Caligola): se fosse cosi', dovremmo dire che l'Apocalisse e' ancora piu' antica di qaunto si pensi comunemente, forse il piu' antico scritto cristiano giunto fino a noi.

7 commenti:

Bruno ha detto...

Mi pare di capire che anche l'identificazione del 666 con un personaggio storico non sia così certa come taluni affermano. Per alcuni la "traslitterazione numerica" dà Nerone, per altri, con calcoli acrobatici, Diocleziano. Per altri ancora, come leggo sopra, Gaio Caligola. Insomma, siamo ben lungi da una soluzione unanime. Per altri ancora nessuno dei tre.

Riordinando un po' le idee:
1) L'autore dell'Apocalisse è incerto. O meglio, non c'è accordo sull'identificazione.
2) La datazione dell'opera è incerta e va di pari passo con le presunte identificazioni dell'anticristo in un personaggio storico dell'impero romano
3) La stessa identificazione della grande prostituta con Roma non trova concordi gli esegeti. Per alcuni infatti sarebbe più opportuno vederci Babilonia, la qual cosa rende ulteriormente più labile il punto 2 e la possibilità di una datazione precisa dell'opera e di un'identificazione chiara dell'anticristo storico.

Abbiamo concordato tutti in un post precedente che una lettura storica (e politica) dell'Apocalisse è inevitabile. Ma, alla luce delle osservazioni di cui sopra, i dettagli di questa lettura storica non poggiano su basi così solide come semplificando si potrebbe pensare.

Sono ovviamente mie considerazioni personali, da ignorante in materia, che ha letto scarne informazioni sull'argomento, quindi è più che probabile che io ignori conoscenze fondamentali per una corretta comprensione dell'argomento. Però mettendo insieme queste mie poche nozioni mi pare di capire che dando un'interpretazione storica - che senz'altro c'è - al testo si rischia di mettere il piede in fallo più facilmente di quanto si creda.

Paolo ha detto...

ma dai... interessante.
Però, da qualche parte ho letto invece che DCLXVI = diocleziano, (forse nelle note di una vecchia bibbia degli anni sessanta che tengo in Valle, appena posso verifico)... insomma... Come noto, dai numeri si tira fuori di tutto... riconoscendo poi doti profetiche a Giovanni io preferisco pensare che si riferisse al codice ASCII e quindi l'anticristo è William Henry Gates III. (consiglio la visione di The Number 23)

Ho due domande: come sì può arrivare ad indicare una versione come più antica dell'altra? Come si passa da 616 a Gaio? CIAO!

Bruno ha detto...

Altro dubbio: l'apocalisse è scritta in greco, giusto? La numerazione proposta per "decifrare" il 666 o il 616 è sempre quella greca in ogni interpretazione? Oppure ebraica, latina, aramaica?

E se si tratta di lingue differenti, mi chiedo: è la norma scrivere in un idioma il testo e poi utilizzarne uno differente come chiave interpretativa per i numeri? Ci sono precedenti in questo senso nella letteratura paleocristiana?

Oppure è la forzatura numerica di cui parla Paolo - che non conosco, ma che apprezzo sempre di più per l'arguzia razionalista delle sue osservazioni - nel suo intervento. Grazie

Anonimo ha detto...

Gentile Bazzana,
gradirei avere da Lei chiarimenti in merito alla connotazione escatologica attribuibile al termine “anticristo”. E’ possibile individuare quando e perché sia avvenuta la sovrapposizione della tematica escatologica ad un termine che originariamente nasce e persiste con tutt’altra connotazione?
E’ di questo avviso anche lei?
Grazie.
A. Allen

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro/a Allen,
secondo un ottimo studioso dell'Universita' Cattolica di Milano, Marco Rizzi (che ha di recente pubblicato con Gianluca Podesta' un grosso volume sull'Anticristo edito dalla Lorenzo Valla), il primo che avrebbe affibbiato alla bestia dell'Apocalisse il nome di Anticristo sarebbe stato Ireneo di Lione, vissuto alla fine del secondo secolo. La tesi e' interessante e per me anche convincente: penso di scriverne ancora in uno dei prossimi post apocalittici, perche' la tesi di Rizzi e' un po' complessa per riassumerla tutta in questa breve risposta. Grazie della domanda molto penetrante.

Anonimo ha detto...

Gentile Bazzana,
nella 2Tessalonicesi troviamo la definizione
"empio", ovvero chi si oppone a Dio... ecc.
Potrebbe essere la sostituzione della parola
" anticristo"? Usi e costumi di S. Paolo?
Grazie ancora.
G. Nicora

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro/a G. Nicora, nel Nuovo Testamento una figura di avversario di Dio o di Gesu' appare molte volte: non solo nell'Apocalisse, ma anche, come dice lei, nella 2 lettera ai Tessalonicesi, che molto probabilmente non e' una lettera autenticamente paolina. Anche qui, come nell'Apocalisse, pero', non viene usato il nome di Anticristo: sara' solo molto piu' tardi, probabilmente alla dine del secondo secolo, che i teologi cristiani creeranno la figura dell'Anticristo prendendo un po' qui e un po' la' nella Bibbia. Grazie per la domanda: spero di rispondere piu' dettagliatamente in un prossimo post.