mercoledì 19 agosto 2009

Ancora una volta il numero della bestia e le datazioni

Con piacere mi sono accorto che l'ultimo post, dedicato al significato del numero 666, ha suscitato, come peraltro fa da secoli, una buona discussione. Mi sembra giusto aggiungere qualche commento per chiarire alcuni dei punti dibattuti.
Anzitutto, una riflessione sulla datazione dell'Apocalisse: premetto che io non sono un fanatico delle datazioni dei libri biblici, perche' si tratta di un affare molto problematico e che difficilmente raggiunge risultati accettabili. Per quanto riguarda l'autore del testo, egli e' uno dei pochi scrittori del Nuovo Testamento che dice il proprio nome (proprio all'inizio dell'opera). Ovviamente, questo non aiuta molto perche' egli poi non aggiunge altri dati biografici: la tradizione che lo identifica con Giovanni, l'evangelista e discepolo di Gesu', ha poco valore perche' appare solo molto tardi. Per quanto riguarda Babilonia, non mi pare che nessuno prenda questo nome cosi' com'e', soprattutto perche' la citta' di Babilonia in Mesopotamia, al tempo in cui viene presumibilmente scritta l'Apocalisse (diciamo i primi due secoli dopo Cristo), non ha piu' alcun ruolo storico o politico. Siccome, pero', Babilonia compare spesso nell'Antico Testamento come nemica di Israele, e' comprensibile che quel nome sia usato, come una sorta di codice, per riferirsi alla vera nemica dei cristiani, vale a dire Roma (si tenga presente anche che la grande prostituta del capitolo 17 e' si' chiamata "Babilonia la grande", ma si dice esplicitamente che questo e' un "nome misterioso" al v. 5).
Veniamo dunque all'identificazione della bestia: di certo, Nerone non e' l'unico candidato possibile. Diocleziano, che regna alla fine del terzo secolo, e' da escludere, perche' l'Apocalisse e' stata di certo scritta prima della fine del secondo secolo, quando viene citata da Ireneo di Lione. Un certo numero di studiosi sostiene che un candidato buono potrebbe essere Domiziano, che regna alcuni anni dopo Nerone: personalmente, ritengo che l'ipotesi neroniana sia piu' convincente ed elegante perche' per collegare Domiziano con il 666 si deve ricorrere a complicazioni molto piu' astruse di quella di cui ho parlato nell'ultimo post. Si tratta di una ipotesi storica e quindi per forza non sicura al 100%: la sua virtu' e' che si tratta di un'ipotesi verificabile con metodi razionali, a differenza di altre spiegazioni che dipendono da rivelazioni profetiche o mistiche, come nel caso dell'identificazione dell'Anticristo con il papa o con Obama. Adesso vi lascio, perche' questo post sta assumendo proporzioni ciclopiche, ma presto scrivero' ancora sull'argomento per soddisfare le curiosita' relative al numero alternativo 616 ed all'identificazione con Caligola.  

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Se Babiliona è da identificare con i nemici di Israele, allora l'Anticristo è fuori di dubbio Adolf Hitler. Cordialmente, ומגוג, Magog

Bruno ha detto...

Mi sembra che un punto di arrivo unanime sia pressoché impossibile. Si può interpretare tutto e il contrario di tutto. Resteremo con il dubbio?

Giovanni Bazzana ha detto...

Per quanto mi riguarda, penso che l'unanimita' non sia da ricercare in questo genere di questioni. D'altra parte, mi sembra che ci sia un solido consenso in favore di una certa ipotesi: ovviamente un po' di dubbio e' salutare e necessario, ma eviterei di dire che si puo' "interpretare tutto e il contrario di tutto". Si puo' senz'altro affermare tutto, ma non tutto si puo' argomentare su basi storicamente difendibili (ad esempio, non lo si puo' fare per l'identificazione fra Obama e l'Anticristo).

Bruno ha detto...

Caro Bazzana, questa volta non sono d'accordo. Fatto salvo che "tutto e contrario di tutto" è un modo di dire e come tale va preso, mi sembra che nella ricostruzione storica e filologica, come in tutte le scienze del resto, l'obiettivo finale deve essere l'accertare i fatti nel modo più veritiero possibile. In questo caso mi sembra evidente che non è possibile dare un'interpretazione storica oggettiva all'apocalisse. Diceva bene Duuv in un post recente (tesi sulla quale tra l'altro lei concorda)sostenendo l'impossibilità di una conoscenza "oggettiva" della realtà. Anche lei sopra parla di "unanimità" impossibile. A questo punto allora è giusto e onesto ammettere i limiti di questo tipo di ricerca, soprattutto quando, come in questo caso, gli indizi non sembrano sfociare in una prova.

Lei giustamente ricorda che l'indentificazione fra Obama e l'anticristo non è difendibile. Bene, ma anche il ruolo di Roma all'interno del libro, sebbene più plausibile, non è accertabile. Non sempre ciò che è più plausibile è anche vero.

Ho conoscenze limitate in merito, naturalmente. E' quindi possibile che le cose non sia esattamente come appaiano a me. In questo caso le chiedo di intervenire per porre rimedio alla mia ignoranza. Grazie mille per l'attenzione e scusi se mi sono dilungato.

Giovanni Bazzana ha detto...

Caro Bruno, non penso si tratti di ignoranza, ma di una concezione diversa dei limiti e delle prerogative della storia. Lei dice che compito dello storico sarebbe "l'accertare i fatti nel modo piu' veritiero possibile", ma che cos'e' la verita' e che cosa sono i fatti? Duuv, nel suo post, si richiamava al decostruzionismo e anch'io concordo nel ritenere che non si possa evitare di chiedersi: chi stabilisce quella verita' a cui ci si deve piu' o meno avvicinare per avere una ricostruzione storica piu' o meno valida? Se questa verita' esistesse come un qualcosa di dato a priori, allora la storia non sarebbe diversa dalla teologia, una disciplina in cui ci si limita a cercare nuove vie per raggiungere un risultato gia' noto attraverso una rivelazione.
A mio parere, la verita' non esiste cosi' come il passato, che e' morto e sepolto. Compito della storia non e' accertare i fatti, ma costruire una teoria che dia ragione dei documenti che possediamo nel modo piu' semplice ed efficace possibile. La ricostruzione storica piu' valida e' quindi quella che di volta in volta soddisfa questi criteri, in attesa che si scoprano nuovi documenti o si elabori una teoria migliore. Per questo motivo, oggi il ruolo di Roma nell'Apocalisse e' "storia", mentre l'identificazione di Obama con l'Anticristo e' "fiction".
Grazie per la domanda molto stimolante.

Anonimo ha detto...

La ricerca del fatto "oggettivo" pare impossibile, data la ineliminabile posizionalita`dell'osservatore.
Pare invece necessario ed opportuno indagare le conseguenze del successo e della diffusione di certe interpretazioni di "eventi", delle "strutture" che ne informano la loro interpretazione e del rapporto tra interpretazione e "potere". Da questo punto di vista il testo dell'Apocalisse sembra essere centrale non solo nell'antichita`, ma anche nel mondo contemporaneo: da Armageddon alla retorica di Bush...Sarebbe interessante, Bazzana, mettere tra parentesi le speculazioni numerologiche ed affrontare alcuni degli usi e degli effetti della ripresa di immagini e testi apocalittici oggi. Cordialmente, Duuv

Bruno ha detto...

Sarebbe molto interessante